Lunedì 24 luglio 2023 – Sul dibattito in corso sulla costituzione da parte dl Governo Meloni della società Acque del Sud Spa che sostituirà l’Eipli nella gestione delle risorse idriche interviene Domenico Totaro che si firma “ex consigliere comunale e cittadino di Senire”.
Sulla questione, l’analisi di Domenico Totaro
“60 anni dopo è la fine di un sogno. Piani, programmi, progetti, accordi regionali e ministeriali, tante storiche giornate sul Mezzogiorno con i contributi dei maggiori economisti e meridionalisti, (famose quelle della Fiera del Levante) dedicate alla Basilicata e alla straordinaria ricchezza del bene “acqua”, leva per lo sviluppo e la crescita del Mezzogiorno d’Italia e della regione Basilicata, che negli anni 70 con i suoi quattro fiumi posti nel gonfalone faceva conoscere a tutto il mondo la sua specificità come “Regione dell’acqua.”
Generazioni, di ogni appartenenza politica, – scrive Totaro – si sono cresciute e imbevute nella speranza che questa ricchezza potesse fare la differenza compensando il sacrificio per la perdita e l’espropriazione dei miglior terreni del senisese e nella val d’agri per la crescita, lo sviluppo e il lavoro.
Di tutto questo, a fronte di tante rivendicazioni e lotte, solo briciole (progetto speciale Senise, una scatola vuota, e qualche opera pubblica, finalizzate per lo più a un maggiore allo sfruttamento della risorsa.
Oggi il regalo di questa legge, la n.74 del 21 giugno 2023, chiude praticamente la partita ed espropria brutalmente la regione nella gestione di una risorsa del suo territorio.
La regione Basilicata non ha praticamente più nessuna voce in capitolo sulla questione acqua, salvo la possibilità di avere insieme alla Puglia e Campania un misero 5 % delle azioni (Capitale sociale iniziale 5 milioni di €) che il Ministero dell’Economia potrà trasferire, per non parlare della totale emarginazione dei territori e dei comuni dove insistono le dighe.
Senza voler fare i populisti e i demagoghi, ma non è normale che a questo SCHIAFFO non ci sia stato nessuna reazione da chi oggi ci amministra.
Questo vale per i parlamentari, naturalmente in primis quelli schierati con il governo, per il Presidente Bardi e della sua giunta, per la maggior parte dei consiglieri regionali, tranne qualche eccezione, e ancora più stridente il silenzio assoluto dei Sindaci dei territori dove l’acqua viene accumulata.
Siamo proprio alle comiche, e mentre CALDEROLI con la sua “autonomia differenziata” fa perdere tempo con inutili dibattiti e incontri in giro per lo stivale, il governo CENTRALIZZA e decide esattamente il contrario estromettendo di fatto le regioni interessate dal controllo e dalla gestione del bene acqua, cominciando proprio dalla Basilicata (anello debole nel sistema Istituzionale), che è bene sottolinearlo ha, nella vicenda, anche le sue responsabilità per debolezza, sottomissione e scarsa incisività.
Ancora, mi chiedo, ma la gestione dell’acqua pubblica non è stata dichiarata con legge dello stato materia concorrente? quindi soggetta ad accordi preventivi Stato-Regioni prima di legiferare in merito?
LUCANI tutti, Parlamentari, Istituzioni, classe dirigente a tutti i livelli, forze sociali e sindacali, associazioni, giovani e donne, – afferma Totaro – c’è bisogno di uno scatto, di un sussulto, non si può restare inermi ed accettare questa decisione governativa.
Decisione che avrà effetti certi e pesanti sul nostro futuro, a tutto danno della già debole situazione economica che vive la regione, poiché nell’ottica di far quadrare i bilanci, la nuova società tenterà di scaricare i maggiori costi di gestione sugli enti distributori della risorsa (consorzi, acquedotto ecc,) che a loro volta scaricheranno sui cittadini utenti e consumatori e imprese agricole.
In questi giorni, sollecitato da tanti cittadini, mi farò carico della nascita di un comitato pro- motore, aperto a tutti, e invitare i sindaci, consiglieri provinciali, regionali di ogni parte politica, associazioni di categoria, sindacati , imprenditori, e ritrovarci a Senise, a giorni, per discutere sul da farsi e preparare una grande e pacifica manifestazione, magari ai primi di settembre e prima della ripresa dei lavori parlamentari, per fare arrivare la voce dei territori al Governo sulla netta contrarietà a questo che potremmo definire vero e proprio “scippo dell’acqua lucana”.