Lunedì 20 marzo 2023 – I dati che emergono dalla I rilevazione dei dati occupazionali della Basilicata tra il 2019 e il 2022 fatta dall’Osservatorio del Mercato del Lavoro regionale, presentati oggi, confermano in sanità i ritardi più volte denunciati dalla Fp Cgil.
A fronte di un incremento del lavoro a tempo determinato nel settore sanitario in un trend nazionale sul quale c’è stata una forte influenza della pandemia da Covid19, fanno da contraltare le esigue percentuali di assunzioni a tempo indeterminato nella sanità in Basilicata tra il 2020 e il 2022: se nel 2019 nelle aziende del servizio sanitario regionale della provincia di Potenza abbiamo visto un 40% dei contratti a tempo determinato trasformati a tempo indeterminato, il 2020 ha segnato il 7%, il 2021 il 6% e il 2022 l’8%.
Percentuali esigue che – denuncia la segretaria generale della Fp Cgil Potenza, Giuliana Pia Scarano – fanno il paio ai numeri esigui che da mesi ripetiamo: un sanitario su 4 tra coloro che hanno maturato i requisiti della stabilizzazione semplificata previsti dal comma 268 della Legge di Bilancio 2022 è stato al momento stabilizzato in Basilicata, con l’Asp che risulta ad oggi l’unica azienda lucana a non aver proceduto ad alcuna stabilizzazione.
Dopo diverse sollecitazioni della Fp Cgil sia all’Azienda Sanitaria che alla Regione l’Assessore alla sanità ha convocato le Organizzazioni sindacali in quella che si è rilevata essere una riunione meramente interlocutoria, nel corso della quale abbiamo chiesto di avere dati precisi sulle risorse a disposizione.
Ciò al fine di procedere – sostiene Scarano – con la riconvocazione di un incontro urgente alla presenza anche dei direttori generali di tutte le aziende sanitarie lucane, per discutere degli spazi assunzionali e di come, anche attraverso eventuali modifiche di linee guida regionali sulle stabilizzazioni, sulle quali come Fp Cgil avevamo da subito chiesto modifiche rilevando i problemi che oggi stanno palesando, sia possibile affrontare definitivamente il tema del superamento della precarietà in tempi celeri e certi di tutti gli operatori in servizio nelle nostre aziende.
Alla luce dei dati illustrati oggi dalla stessa Regione Basilicata, lanciamo l’ulteriore appello a fare presto. La stabilizzazione dei precari nella sanità lucana non significa solo garantire i diritti dei lavoratori, ma anche i livelli essenziali di prestazione nella nostra regione, necessari anche alla luce degli ultimi dati sulla migrazione sanitaria.
La possibilità della stabilizzazione semplificata per i precari Covid, inserita nella legge di Bilancio 2022 con il comma 268, – ricorda Scarano – ha rappresentato un’importante conquista, volta da un lato a dare risposte a professionisti della salute reclutati durante l’emergenza sanitaria, dall’altra a dare una concreta risposta per rinforzare, in maniera stabile, gli organici delle aziende del servizio sanitario nazionale, da tempo in cronica carenza di personale dopo anni di tagli draconiani.
La Regione Basilicata, nonostante sia stata tra le prime regioni a emanare le linee guida alle aziende del servizio sanitario regionale sulla stabilizzazione, si trova ora ad essere indietro: basti pensare solamente a quanto accaduto nelle limitrofe regioni Campania e Puglia, che hanno già effettuato al 100% delle stabilizzazioni del personale che aveva maturato i requisiti previsti dal comma 268 della legge di Bilancio 2022.
Non bisogna tralasciare, tra l’altro, che -prosegue Scarano – il decreto Milleproroghe, ha esteso il periodo di maturazione dei requisiti per il personale sanitario e socio sanitario e inserito la possibilità di stabilizzazione per il personale del ruolo amministrativo e, previa procedura selettiva, anche al personale con contratti di lavoro flessibile, diversi dal tempo determinato, che abbiano lavorato nel periodo di emergenza Covid.
Diventa più che mai imprescindibile accelerare i tempi per l’assunzione dei precari attualmente presenti nelle graduatorie delle aziende della Basilicata, prevedendo, nelle more delle stabilizzazioni, la proroga di tutti i contratti del personale sanitario, socio sanitario, tecnico e amministrativo operante con tutte le tipologie contrattuali se l’obiettivo comune è, come siamo certi e come affermato dallo stesso assessore alla Sanità Francesco Fanelli, azzerare il precariato”.