Martedì 15 febbraio 2022 – “Le notizie riportate dalla stampa sulla “macchina del fango”, avviata a Ruoti per screditare la sindaca Anna Maria Scalise ed altri amministratori locali, chiariscono ogni giorno che passa uno scenario triste e preoccupante anche per il ruolo di certi operatori dell’informazione e la considerazione che alcune persone coinvolte nell’inchiesta della Procura di Potenza avevano dei media locali.
Apprendere che chi aveva avviato la “macchina del fango” non gradiva alcuni giornalisti e si avvaleva di altri – da quanto emerge dall’inchiesta, addirittura remunerati – lascia quasi senza parole”.
E’ quanto afferma in una nota il consigliere regionale del M5S, Gianni Leggieri (foto di copertina).
“Non si può tacere, però. Le parole devono essere usate per avere un moto di coscienza, per riflettere sullo stato in cui versa l’informazione locale, andando anche oltre, come ho avuto modo di dire pochi giorni fa, le fondamentali norme dei Codici deontologici e dei Regolamenti.
Apprendere che un giornalista, uno dei più brillanti cronisti di giudiziaria, Leo Amato, fosse nel mirino dell’artefice della “macchina del fango”, perché ha continuato a mantenere la schiena dritta continuando a fare il proprio lavoro senza condizionamenti, è una cosa molto grave.
Apprendere che -prosegue Leggieri – il responsabile della comunicazione della Provincia di Potenza (il più importante ente locale, dopo la Regione) fosse all’interno del sistema che lanciava fango verso le vittime del sistema architettato da soggetti intenti a distruggere la reputazione delle persone è una cosa inaudita.
Si pone, dunque, con urgenza il tema di chi occupa certe postazioni, che deve agire con capacità, onorabilità e decoro. Niente di tutto questo se leggiamo i resoconti giornalistici riguardanti alcuni operatori impegnati nel complesso e delicato mondo dell’informazione.
In questo contesto – denuncia Leggieri – il silenzio del Presidente della Provincia di Potenza continua ad essere intollerabile e denota infingardaggine.