Giovedì 20 agosto 2020 – Ci ha colpito molto la lettera scritta da Nawal Soufi, assistente sociale e attivista per i diritti umani italo-marocchini (nella foto di copertina).
Un lettera con la quale racconta cosa accade in Libia e i motivi per i quali i migranti non vogliono tornare in quel paese.
Ve la proponiamo.
Ciao “fratello” razzista.
Vuoi sapere perche’ i migranti non vogliono essere riportati in Libia?
Ok Ti rispondero’ con delle domande.
Ti e’ mai capitato di violentare tua madre perche’ qualcuno ha il fucile puntato contro di te e contro di lei?
Ti e’ mai capitato di violentare tua sorella e di vedere nascere tuo figlio dalla pancia di tua sorella?
Sai quanti figli di scafisti abbiamo in Europa? Cioe’ sai quante donne hanno partorito al loro arrivo dei bambini non voluti?
Sai cosa significa mangiare un pezzo di pane in 24 ore e vedere un pezzo di formaggino come fosse oro?
Ti e’ mai capitato di fare i tuoi bisogni dentro un secchio e davanti agli occhi di centinaia di persone?
Ti e’ mai capitato di avere le mestruazioni e non poterti lavare per settimane o mesi?
Ti e’ mai capitato di essere messo all’asta e venduto come uno schiavo nel 2020?
Ti e’ mai capitato di nutrire tuo figlio con the zuccherato e spacciarlo per latte?
Ti e’ mai capitato di essere picchiato a sangue perche’ chiedi l’intervento di un medico?
Ti e’ mai capitato d’essere fucilato per colpa di uno sguardo di troppo?
Ti e’ mai capitato di svegliarti con le urine versate in faccia?
Ti e’ mai capitato che qualcuno ti aprisse il corpo con un coltello e mettesse subito dopo del sale per sentire maggiormente le tue urla?
Per tutti questi motivi…caro razzista…ti posso classificare tra i criminali che hanno accettato un secondo Olocausto”
Nawal Soufi
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