Giovedì 23 aprile 2020 – “Tra le varie forme d’aiuto definite sia a livello nazionale che regionale per fronteggiare i disagi determinati dall emergenza “Coronavirus” non trova, purtroppo, adeguata centralità il tema del sostegno all’affitto. Molte famiglie, in questo periodo di blocco, hanno visto azzerarsi o ridursi significativamente il proprio reddito. Pertanto, occorre adottare provvedimenti che vadano ad aiutare gli inquilini in difficoltà, ma anche a tutelare i proprietari, con peculiare riferimento alla situazione critica che vivono gli studenti universitari fuori sede, costretti a pagare i canoni di locazione senza fruire degli appartamenti perché è sospesa la frequenza dei corsi presso le sedi delle Università e tantissimi studenti lucani sono rientrati nei Comuni di residenza.
Lo sostiene il consigliere regionale, Carlo Trerotola.
“Anche nell’ultimo apprezzabile messaggio del Presidente Bardi non si fa cenno alcuno alla volontà di stanziare fondi per concorrere alle spese di fitto delle famiglie e degli studenti universitari fuori sede, nel mentre si prevede- giustamente- un contributo una tantum di 1.000 euro per i titolari di partite iva che hanno dichiarato un reddito complessivo inferiore ai 30.000 euro annui. Nel decreto “Cura Italia” è stato inserito il blocco degli sfratti per sei mesi e introdotto un credito d’imposta pari al 60% dell’affitto del mese di marzo, riconosciuto però solo agli esercenti. Sono misure giuste ma insufficienti, che non tengono in considerazione le necessità degli studenti universitari fuori sede e degli inquilini in difficoltà, ai quali andrebbe erogato subito un sostegno concreto per gli affitti”.
“Confido, pertanto, nella sensibilità del Presidente Bardi e dell’intera Giunta Regionale affinché- seguendo il virtuoso esempio delle Regioni Lazio, Sicilia e Toscana- deliberino l’assegnazione di un contributo una tantum per concorrere alle spese di fitto degli studenti universitari fuori sede residenti in Basilicata che non stanno fruendo degli alloggi locati nei Comuni dove frequentano l’Università, anche al fine di garantire l’effettivo esercizio del diritto allo studio, e degli inquilini appartenenti a nuclei familiari, che hanno registrato pesanti riduzioni nelle entrate economiche a causa dei devastanti riflessi della pandemia Covid-19”, conclude Trerotola.