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Un gruppo di quasi 100 mila medici scrive al ministro Speranza

USB - Ufficio Stampa Basilicata 20 Aprile 2020
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Si chiama “Coronavirus, Sars-CoV-2 e COVID-19 gruppo per soli medici” ed è un gruppo di oltre 98mila medici di tutta Italia che, partiti da uno scambio di opinioni su Facebook, hanno iniziato a condividere idee e metodi per confrontarsi, trovando soluzioni e formulando proposte su come combattere l’emergenza Covid-19.

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Anche la Basilicata è presente con medici che nei propri ambiti di competenza partecipano al confronto e che vede, quali referenti regionali, i dottori Giuseppe Di Trana, odontoiatra libero professionista e Serafino Rizzo Dirigente di UOSD delle postazioni 118.
Da questo continuo confronto è nata l’idea di scrivere al ministro alla Sanità, Roberto Speranza, nonchè ai presidenti delle Regioni e delle Province autonome, al presidente della FNOMCEO dott. Filippo Anelli ed ai presidenti degli Ordini Provinciali dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, per far si che il contributo degli esperti possa essere da stimolo per affrontare al meglio l’ormai imminente fase 2.

Di seguito il testo integrale della lettera.

“Siamo oltre novantottomila medici chirurghi ed odontoiatri facenti parte di un gruppo Facebook chiuso (“Coronavirus, Sars-CoV-2 e COVID-19 gruppo per soli medici”), riservato alla classe medica, di tutte le specialità ed al lavoro in centinaia di servizi territoriali ed ospedalieri sparsi per tutta Italia. Il nostro gruppo nasce alla fine di febbraio 2020, per favorire il confronto di esperienze dirette ed evidenze scientifiche tra noi medici, con il fine ultimo di applicare queste conoscenze in trincea nella nostra lotta contro il COVID-19, lotta in cui non ci siamo mai tirati indietro.

Alla luce dei nostri scambi e della letteratura scientifica siamo arrivati alla conclusione che i pazienti vadano trattati al più presto possibile sul territorio. Alla base di questa convinzione vi è quanto segue: 1) la maggior parte dei pazienti con COVID-19 ha sintomi pressoché’ aspecifici e di lieve o moderata intensità che possono durare diversi giorni fino a diverse settimane, in cui il paziente viene lasciato nel proprio domicilio senza nessuna cura o con cure sintomatiche e limitate; 2) all’incirca il 15% di questi pazienti progredisce in tempi molto rapidi verso una polmonite interstiziale bilaterale severa, e circa il 5% verso una Acute Respiratory Distress Syndrome (ARDS), shock settico ed insufficienza multiorgano associati in maniera significativa a decesso. 

I diversi appelli finora promossi da vari Organismi e Organizzazioni sindacali, che noi abbiamo condiviso appieno, sono stati rivolti a richiedere tamponi e dispositivi di sicurezza per tutti i componenti del personale sanitario.

Dunque con la presente, oltre a dispositivi di protezione e tamponi per tutto il personale sanitario, richiediamo quanto segue:

1) Rafforzamento della medicina territoriale, vero punto debole del Servizio Sanitario Nazionale, con la possibilità di attivare squadre speciali;

2) Attivazione delle Unità Speciali Di Continuità Assistenziale (USCA) in tutte le Regioni (decreto ministeriale del 10 Marzo 2020); molte di queste, soprattutto al Sud, non sono ancora partite. Sarebbe opportuno attivarle in maniera omogenea, senza eccessiva burocrazia, avvalendosi dell’esperienza di noi tutti nel trattare precocemente i pazienti, anche con terapie off-label, alcune delle quali peraltro già autorizzate dall’ AIFA.

All’oggi confidiamo nel fatto che il trattamento precoce, durante la prima fase a-/pauci-sintomatica di malattia, possa fermare il decorso dell’infezione verso la malattia conclamata che porta ad ospedalizzazione e decesso. Ciò avrebbe molteplici vantaggi, tra cui quello di evitare il sovraccarico delle strutture ospedaliere, già stanche e provate dalle scorse settimane in cui il numero di ospedalizzati ha messo a dura prova il personale sanitario di tutta la nazione.

Il riconoscimento dei primi sintomi, anche in presenza di tampone faringeo negativo (tampone che ha una sensibilità intorno al 70%) è di pura pertinenza clinica, e pertanto chiediamo di poter mettere a frutto le nostre esperienze cliniche senza ostacoli burocratici nel prescrivere farmaci, tamponi, faringei, radiografie del torace (Rx), tomografie computerizzate (TC), ecografie polmonari anche a domicilio, ed emogasanalisi: tutti presidi che supportano sì la clinica, ma non la sostituiscono.

Chiediamo ciò, indipendentemente dagli schieramenti politici e/o da posizioni sindacali. Lo chiediamo in qualità di medici che desiderano ed esigono svolgere il proprio ruolo attivamente ed al meglio, dando un contributo alla collettività e nell’interesse di tutti. Lo chiediamo perché tutti gli sforzi fatti finora col distanziamento sociale non vadano vanificati, paventando una seconda ondata di ricoveri d’urgenza dei pazienti all’oggi tenuti in sorveglianza attiva, ma che non sono ancora stati valutati clinicamente e che ancora sono in attesa di tamponi. La mappatura di questi pazienti, asintomatici o paucisintomatici, e di tutti i familiari dei casi conclamati è indispensabile per non incorrere in un circolo vizioso, con ondate di ritorno di contagi e riaccensione di nuovi focolai al termine del distanziamento sociale“.

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