Giovedì, 2 aprile 2020 – Ordine dei farmacisti e Federfarma unanimi nel contestare al Sindaco di Potenza, Mario Guarente, il provvedimento con il quale ha imposto alle farmacie il servizio “a battenti chiusi” anche negli orari di normale apertura al pubblico fino al 4 aprile prossimo.
Il Servizio “a battenti chiusi”, che viene garantito normalmente nelle ore notturne, consiste nel tenere la serranda abbassata e fornire i medicinali attraverso uno spioncino.
Un provvedimento del quale i Presidenti dell’ordine dei Farmacisti della provincia di Potenza, Magda Cornacchione, e di Federfarma, Franco Caiazza chiedono l’immediata revoca perchè – sostengono – non tutela affatto nè la salute dei farmacisti nè ancor più quella dei cittadini.
Dei primi perchè i farmacisti si erano già adeguati alle disposizioni governative, adottando all’interno dei propri locali tutte le misure necessarie per tutelare la salute propria e dei cittadini.
Per i cittadini invece – è la critica rivolta al provvedimento da Caiazza e Cornacchione – il problema non si risolve in quanto non sono affatto tutelati, essendo costretti a fare la fila all’esterno delle farmacie senza che nessuno sia in grado di controllare il rispetto delle misure di distanziamento sociale.
Cornacchione ricorda anche al Sindaco che la maggior parte delle farmacie a Potenza sporgono direttamente su strade pubbliche, aperte alla circolazione veicolare, con ulteriori rischi per i cittadini.
Su un altro aspetto si soffermano Cornacchione e Caiazza: il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 marzo riconosce alle farmacie un valore sociale e sanitario che rischia di essere vanificato con un servizio sempre a battenti chiusi.
Con il provvedimento del Sindaco di Potenza c’è anche il rischio – aggiunge Caiazza – che i farmacisti possano essere considerati “possibili untori”.
E pone una domanda a Guarente: “perchè – chiede – l’obbligo del servizio a battenti chiusi solo per le farmacie e non per le parafarmacie, per i supermercati, per tutti quei negozi che sono autorizzati a rimanere aperti?”
Anche a queste domande Caiazza e Cornacchione attendono una risposta.