Diminuisce la natalità d’impresa e si contrae la crescita con un export in calo rispetto al 2024. Sono alcuni ma tra i più significativi dati sull’economia lucana consegnati dall’ultimo rapporto della Ires Cgil.
L’ottava edizione della pubblicazione affidata alla direzione scientifica di Riccardo Achilli è stata presentata nella sede regionale della Cgil Basilicata a Potenza.
L’aggiornamento al 30 novembre 2025 fa registrare per il sindacato una società regionale sostanzialmente stagnante con un meno 0.1 percento della crescita in controtendenza rispetto a quella moderata osservata in Italia e nel Mezzogiorno. Nel primo semestre del 2025 il tasso di natalità netto delle imprese lucane è tornato marginalmente negativo, attestandosi al -0,1 per cento, era dello 0,4 nello stesso periodo del 2024; un calo che indica una situazione di debolezza nella capacità e possibilità di fare nuova impresa in Basilicata.
Per quel che riguarda i settori produttivi e di conseguenza gli effetti sul mercato occupazionale a dettare i termini di crescita o riduzione in Basilicata è come sempre Stellantis. Infatti l’andamento degli occupati è pressoché stazionario, mentre è in aumento della Cig, legata soprattutto allo stabilimento di San Nicola di Melfi.
L’utilizzo di questa forma di ammortizzatore sociale ha evitato una ulteriore crescita della disoccupazione che comunque, se si considerano anche i lavoratori scoraggiati, supera in regione il 12% della popolazione attiva. L’emigrazione netta invece, insieme al saldo naturale negativo, ha fatto ulteriormente diminuire la popolazione residente mantenendosi su un trend ormai strutturale di calo, ed ha funzionato come “serbatoio di sfogo” delle tensioni occupazionali. Sulla base di tale scenario stagnante – è stato evidenziato nello studio – il potere di acquisto reale e consumi delle famiglie si sono mantenuti sostanzialmente stabili, mentre la crescita dell’indebitamento bancario delle famiglie, indotta soprattutto dall’acquisto di immobili, è una spia da tenere in considerazione.

