POTENZA – Si è svolto di recente a Potenza l’evento conclusivo del protocollo ‘Lucania cholesterol target registry’ (Lct), un progetto regionale finalizzato alla prevenzione degli eventi cardiovascolari attraverso la riduzione dei livelli ematici di colesterolo Ldl. All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, il direttore generale dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza, Giuseppe Spera e l’assessore alla Salute, Politiche della persona e Pnrr della Regione Basilicata, Cosimo Latronico, a testimonianza dell’attenzione istituzionale verso le politiche di prevenzione e integrazione dei percorsi di cura. La prevenzione cardiovascolare rappresenta una priorità di sanità pubblica e richiede un approccio multidisciplinare, con il coinvolgimento coordinato di cardiologi, internisti, diabetologi, nefrologi e chirurghi vascolari. Una gestione efficace dei fattori di rischio comprende non solo le terapie farmacologiche, ma anche interventi non farmacologici come la cessazione del fumo, una dieta equilibrata, il controllo del peso e l’attività fisica regolare. Solo l’integrazione di questi elementi consente una reale riduzione del rischio di infarto miocardico e ictus cerebrale.
“In Basilicata si registrano circa 2mila eventi cardiovascolari ogni anno, pari a circa sette al giorno”, afferma il professor Eugenio Stabile, direttore dell’unità operativa complessa di Cardiologia dell’Azienda ospedaliera San Carlo. “Livelli elevati di colesterolo Ldl sono una causa diretta di infarto e ictus, ma questa consapevolezza non è ancora sufficientemente diffusa. È fondamentale intervenire precocemente – conclude il professor Stabile – soprattutto nei pazienti che presentano condizioni nefro-metaboliche o molteplici fattori di rischio, prima che si verifichi il primo evento cardiovascolare”.
Il progetto Lucania cholesterol target registry, avviato circa sei mesi fa e coordinato dalla Cardiologia dell’Azienda ospedaliera San Carlo, ha creato una rete tra le principali strutture sanitarie regionali coinvolgendo cardiologia, nefrologia, diabetologia, medicina interna e chirurgia vascolare. L’obiettivo è costituire team multidisciplinari in grado di assumere decisioni terapeutiche condivise e ottimizzare i percorsi di prevenzione cardiovascolare nei pazienti a rischio intermedio. Grazie a una serie di incontri tematici è stato realizzato un database regionale per la raccolta dei dati clinici e demografici dei pazienti arruolati nel registro, al fine di analizzare l’applicazione delle raccomandazioni delle linee guida internazionali nella pratica clinica. Nel corso dell’evento sono stati presentati i dati dei primi 50 pazienti arruolati e discusse le strategie per completare la raccolta dati nei prossimi mesi. L’obiettivo è arruolare circa mille pazienti entro il prossimo anno, così da ottenere un quadro dettagliato delle pratiche di prevenzione cardiovascolare in Basilicata.
“Il progetto rappresenta un modello virtuoso di integrazione tra ospedale e territorio, consentendo di intercettare precocemente i pazienti a rischio e di rendere più efficaci ed omogenei i percorsi di cura su tutto il territorio regionale, con ricadute positive sulla salute dei cittadini”, ha dichiarato il direttore generale dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo, Giuseppe Spera. “Iniziative come queste mostrano la capacità dei nostri professionisti di fare rete per innalzare il livello di presa in carico e di gestione del paziente inteso come personale e per assicurare un’efficace intervento a fronte di patologie fortemente diffuse”.
“Investire nella prevenzione e nella collaborazione multidisciplinare significa migliorare la qualità delle cure, ridurre gli eventi cardiovascolari e garantire una maggiore sostenibilità del sistema sanitario regionale”, ha dichiarato l’assessore alla Salute, Politiche della persona e Pnrr della Regione Basilicata, Cosimo Latronico. “I risultati del registro consentiranno di sviluppare strategie mirate per migliorare la prevenzione cardiovascolare nei pazienti affetti da diabete mellito, malattia renale cronica e aterosclerosi subclinica, fornendo dati di grande valore scientifico in un ambito ancora poco esplorato”.
