Sabato 20 dicembre 2025 –
In un momento storico in cui la nostra comunità è attraversata da crescenti difficoltà sociali ed economiche, riteniamo che le istituzioni debbano anteporre al privilegio la responsabilità sociale.
È sotto gli occhi di tutti che centinaia di pensionati in Basilicata vivono con pensioni al minimo, incapaci di coprire le spese di vita essenziali, mentre molte famiglie sono costrette a rivolgersi alla Caritas per sopravvivere. In questo contesto, una scelta di questa portata rischia non solo di risultare inopportuna, ma di apparire moralmente distante dai bisogni reali della gente.
Chiediamo al Presidente della Regione Bardi di ritirare immediatamente questa decisione e di aprire un confronto con le forze sociali per promuovere misure che realmente sostengano chi vive con pensioni minime.
Crediamo fortemente che la politica debba essere al servizio della dignità delle persone. In questa direzione, proponiamo l’avvio di un percorso legislativo regionale ispirato a esempi virtuosi già adottati in Italia:
Un modello concreto è rappresentato dalla Legge Regionale del Friuli Venezia Giulia che prevede un sostegno economico annuale per i titolari di pensioni INPS inferiori o pari al trattamento minimo, con requisiti di reddito sociale validi. Questa misura è volta a favorire l’inclusione sociale e l’autonomia economica dei pensionati più fragili, integrando in modo significativo i trattamenti pensionistici più bassi.
Riteniamo che questa sia la direzione corretta: una politica che prioritizzi il benessere dei pensionati, combatta la povertà anziana e sostenga chi è in difficoltà, anziché restituire privilegi a chi ha ricoperto cariche pubbliche.
La UIL Basilicata è pronta a collaborare con tutte le forze politiche e sociali responsabili per elaborare una proposta di legge regionale che introduca un fondo di sostegno ai pensionati al minimo, con adeguati criteri di reddito e sostenibilità economica.
Le istituzioni – conclude la nota della Uil Baslicata – devono essere dalla parte di chi fatica ad arrivare a fine mese, non di chi gode di vantaggi retroattivi. È tempo di una politica che abbia il coraggio di scegliere la giustizia sociale.
