Giovedì 27 novembre 2025 – “La diagnosi precoce delle malattie rare attraverso lo screening neonatale può cambiare il destino di molti bambini in Italia, ma non in Basilicata, dove la legge Morea-Pittella sulla SMA, cioè l’atrofia muscolare spinale, è ancora lettera morta nonostante siano trascorsi otto mesi dalla sua approvazione.
Per fortuna ci ha pensato il Governo Meloni a riparare ai ritardi della nostra regione, inserendo lo screening neonatale per la SMA nei LEA ed obbligando tutte le regioni ad implementare questo fondamentale strumento diagnostico”.
E’ quanto afferma, in una nota, il Capogruppo in Consiglio regionale di Basilicata Casa Comune Giovanni Vizziello.
“In quasi tutte le regioni italiane la diagnosi precoce della SMA, una grave malattia rara che comporta la perdita delle capacità motorie e colpisce in Italia almeno 50 bambini l’anno”- spiega Vizziello- “si effettua mediante ampliamento del panel delle patologie oggetto di screening neonatale anche alla SMA, conformemente a quanto previsto dal Piano Nazionale Malattie Rare 2023-2026 approvato in Conferenza Stato-regioni e finanziato dal Governo Meloni con risorse pari a 50 milioni di euro.”
“In Basilicata” -aggiunge Vizziello-“invece di seguire detto percorso, peraltro da me auspicato con una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale nel febbraio 2023, si è preferito adottare una legge, quella che vede come primi firmatari Morea e Pittella, che attribuisce al Laboratorio di Genetica Medica ed immunologia dell’ospedale di Matera il compito di identificare la SMA, laddove le altre 47 malattie metaboliche rare oggetto di screening in Basilicata sono analizzate in centri pubblici della Regione Puglia, in virtù di un accordo di collaborazione interregionale”.
“A prescindere dal percorso del tutto singolare intrapreso dalla nostra regione con la legge Morea-Pittella e testimoniato dalla circostanza che su 48 malattie metaboliche rare oggetto di screening ben 47 si analizzano in Puglia e una sola, la SMA appunto, a Matera,” -sottolinea Vizziello- “quella legge è ferma al palo, con conseguenze gravissime per il destino dei bambini che dovessero contrarre l’atrofia muscolare spinale e subire un ritardo diagnostico”
“Diagnosticare la SMA a bambini di due o tre mesi, quando sono ampiamente sintomatici, come purtroppo recentemente accaduto proprio in Basilicata” – conclude Vizziello -“significa pregiudicare in maniera irreparabile il margine di successo delle terapie. Per questo auspichiamo che il DPCM approvato dal Consiglio dei Ministri e che inserisce lo screening neonatale per la SMA nei LEA venga al più presto pubblicato in Gazzetta Ufficiale, affinchè sia data a tutti i neonati la stessa chance di cura a prescindere dal luogo in cui sono nati”.

