Lunedì 24 nocembre 2025 – “Il silenzio degli uomini è la voce della violenza.” È lo slogan scelto dalla UIL per la campagna di quest’anno, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Un messaggio forte, che chiama tutti – uomini e donne – a una riflessione collettiva e a un impegno concreto.
Se è vero che sono le donne a subire la violenza,- si afferma in una nota del Coordinamento regionale Pari Opportunità Uil Basilicata – è altrettanto vero che sono gli uomini ad agirla. Non basta non essere violenti: anche il silenzio, il voltarsi dall’altra parte, significa rifiutarsi di fare la propria parte.
La violenza di genere è un fenomeno sociale e culturale che poggia su una concezione della donna ancora subordinata allo sguardo e al controllo maschile.
Per questo la UIL invita a un confronto che coinvolga anche gli uomini, rendendoli agenti di cambiamento.
Ma oggi, 25 novembre, non possiamo dimenticare un’altra forma di violenza: quella che si consuma nei luoghi di lavoro.
La UIL continua a portare avanti la campagna “Zero Morti sul Lavoro”, perché la sicurezza nei luoghi di lavoro è un diritto fondamentale e inviolabile. La tragica morte di Luana D’Orazio, giovane operaia di 22 anni nel distretto tessile di Prato, ha riportato al centro del dibattito la necessità di prevenzione, formazione e controlli rigorosi. Ogni vita persa sul lavoro è una sconfitta per la società: per questo chiediamo norme più severe, investimenti in sicurezza e una cultura che metta la vita prima del profitto
Siamo tutte madri, sorelle, compagne di lavoro di Luana. Oggi una volta di più! A distanza di quattro anni dalla sua morte, la giustizia non ha ancora individuato responsabilità chiare. Condanne lievi, pene sospese, assoluzioni: tutto questo lascia esterrefatti. Violenza di genere e morti sul lavoro hanno una radice comune: l’indifferenza.
Due battaglie diverse, ma unite da un principio comune: la vita e la dignità delle persone non sono negoziabili. Solo attraverso consapevolezza, prevenzione e azioni concrete possiamo costruire un futuro più sicuro e giusto per tutti
Rompere il silenzio – conclude la nota – significa assumersi responsabilità, agire, cambiare. Perché il silenzio, in ogni sua forma, è complicità. Basta silenzi. Basta violenza. Basta morti di lavoro. È tempo di responsabilità, giustizia e cambiamento.

