L’ADOC di Basilicata ha appreso che nella ultima seduta i soci di Acquedotto Lucano S.p.A hanno raggiunto un accordo e hanno approvato il bilancio consuntivo dell’Ente.
“Al di là delle trionfalistiche dichiarazioni dell’A.U. – afferma il presidente dell’ADOC Canio D’Andrea in un comunicato stampa – si intravede una sostanziale sfiducia nell’operato dei vertici di A.L., infatti, già ad ottobre 2024 i soci, cioè i sindaci lucani, avevano previsto la sostituzione, entro il mese di aprile 2025, di Andretta con un Consiglio di amministrazione (C.d.A.). I sindaci lucani si erano già resi conto che non è possibile continuare con questo andazzo. Ma,nonostante le decisioni prese e la catastrofica gestione dell’Ente, non è stata ancora concretizzata la sostituzione dell’Amministratore unico con un C.d.A. Stupisce che i sindaci che quotidianamente affrontano i problemi dei cittadini tollerino ancora di scaricare l’enorme peso del costo dell’acqua sulle tasche dei cittadini. Sconcerta che non si attuano le decisioni già prese”, prosegue l’Associazione Nazionale per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori.
“L’ADOC di Basilicata spera che il cambio da amministratore unico a consiglio di amministrazione di A.L. dia una sferzata e comporti un reale cambio di rotta nella gestione dell’Ente e spera che si proceda immediatamente a progettare il risanamento della rete idrica lucana, una rete che “fa acqua da tutte le parti” i cui costi ricadono pesantemente sulle spalle dei cittadini”.
“Le perdite che A.L. stima in oltre il 65% dell’acqua immessa nei tubi raddoppia di fatto la bolletta che i cittadini pagano e, inoltre, impongono sacrifici e restrizioni nell’erogazione dell’acqua. L’ADOC di Basilicata ha più e più volte segnalato che la soluzione del problema passa per il risanamento della rete idrica ma A.L. non le ha mai dato ascolto. Questa situazione induce a pensare che fa veramente comodo fare interventi occasionali con cui gli amici degli amici si possono arricchirsi per i frequenti lavori di riparazione che se da un lato non risolvono i problemi dall’altro fanno lievitare i costi e, per averne certezza, basta esaminare il bilancio appena approvato chiuso con un modestissimo utile nonostante l’enorme contributo che la Regione Basilicata versa annualmente nelle casse di A.L.
Anche un bambino si rende immediatamente conto che il contenimento delle perdite di solo il 20% placherebbe la sete dei cittadini che sono costretti a subire le periodiche sospensioni idriche.
Più complessa è, invece, la carenza idrica nelle aree vocate all’agricoltura, come il metapontino.
È impensabile che si trascuri ignobilmente uno dei settori più importanti dell’economia lucana.
Se A.L. non è in grado di fornire acqua in modo sufficiente per l’agricoltura, una soluzione tampone, almeno fino alla esecuzione della riparazione delle condotte obsolete, potrebbe essere l’impiego di un dissalatore”.
“Certo è una soluzione tampone ma almeno si darebbe una risposta alle giuste richieste dei cittadini.
L’ADOC di Basilicata è sempre disponibile al confronto e a supportare scelte concrete che abbiano come obiettivo migliorare la qualità della vita dei cittadini. L’ADOC di Basilicata spera che questo cambio di strategia amministrativa di A.L. porti finalmente un pò di concretezza nella soluzione dei problemi che le persone quotidianamente affrontano”, conclude il comunicato.
Acquedotto Lucano, le perdite stimate raddoppiano di fatto le bollette che i cittadini pagano: la denuncia dell’ADOC

