Martedì 18 novembre 2025 – Murizio Bolognetti, segretario dei Radicali Lucani, denuncia nuovamente la violazione di principi costituzionali, “oscurando” la sua persona nonostante la sua storia aratterizzata da battaglie non violente per il rispetto di questi principi.
Di seguito la lettera aperta.
“Gentile Presidente Floridia, Spett.li membri della Commissione di Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi, egregio Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dalle ore 23.59 del 4 novembre ho deciso di alimentare nuovamente il mio Satyagraha attraverso gli strumenti della nonviolenza gandhiana (sciopero della fame e digiuno).
Segnalo alla Commissione e ai suoi membri che da oltre 40 anni sono politicamente impegnato e di certo impegnato anche sulle tematiche che riguardano la riforma della giustizia, dell’ordinamento giudiziario, della comunità penitenziaria.
A partire dagli anni ’80, sono stato tra i coordinatori di numerose campagne referendarie e di raccolta firme in calce a proposte di legge di iniziativa popolare, aventi per oggetto (referendum e proposte) anche la riforma della giustizia e dell’ordinamento giudiziario.
Ho trascorso centinaia di ore della mia vita a raccogliere personalmente le firme dei cittadini di questa Repubblica in calce ai sopra citati quesiti. In veste di Segretario di Radicali Lucani, carica che ricopro tutt’ora, e di ex dirigente ai massimi livelli di tutti i soggetti politici dell’area radicale, ho partecipato a tribune politiche e dibattiti.
Oggi, dopo aver provato in tutti i modi possibili e umanamente percorribili, da nonviolento, come ho già sottolineato, ho deciso di alimentare il mio dialogo, anche se potrà apparire un paradosso, attraverso la mia fame di verità, democrazia, giustizia e libertà: attraverso lo sciopero della fame e il digiuno.
La mia è l’azione nonviolenta di un cittadino, un militante politico, un giornalista, che chiede ai suoi interlocutori di rispettare quel diritto umano alla conoscenza che è il sale di ogni vera e autentica democrazia.
Rivendico, in questo particolare e importante momento nella storia della nostra Repubblica, che sia data ai cittadini la possibilità di ascoltare la voce di un soggetto politico – l’Associazione Radicali Lucani – e del suo Segretario che, attraverso la redazione di un Manifesto-Appello sottoscritto da numerosi politici, giornalisti, comuni cittadini, supporta la separazione delle carriere dei magistrati, il sorteggio dei componenti del CSM, l’impianto della riforma dell’ordinamento giudiziario approvata dal Parlamento e che, a breve, sarà sottoposta a referendum confermativo o costituzionale che dir si voglia. L’Associazione Radicali Lucani è un’associazione storica, che vanta iscritti da ogni parte d’Italia e tra questi numerose doppie tessere.
Credo non sia necessario sottolineare come la rimozione censoria, operata dal servizio pubblico Rai, dell’azione di dialogo nonviolento posta in essere e la stessa censura operata nei confronti del sopra citato manifesto-appello e della voce del sottoscritto e dell’Associazione che rappresento, sia a mio parere una patente violazione dell’art.294 del C.P. in tema di godimento ed esercizio dei diritti politici dei cittadini.
Non a caso, il sopra citato articolo recita quanto segue: “Chiunque con violenza, minaccia o inganno Chiunque impedisce in tutto o in parte l’esercizio di un diritto politico, ovvero determina taluno a esercitarlo in senso difforme dalla sua volontà, è punito con la reclusione da uno a cinque anni. La pena è della reclusione da due a sei anni se l’inganno è posto in essere mediante l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale”.
Detto che l’art. in oggetto ci rimanda inevitabilmente al mai applicato art. 49 della nostra Costituzione, è del tutto evidente che l’inganno si consuma quando in una democrazia, che voglia essere tale, gli organi di informazione si tramutano in manganello di regime e distribuiscono robuste e metaforiche dosi di olio di ricino distillato nelle cantine dei peggiori regimi totalitari.
E c’è anche la violenza, signori Commissari, se conveniamo che la violenza non è solo violenza fisica, ma anche l’agire volto a decretare la morte civile, la rimozione di idee, contenuti, proposte e di una forza politica e della sua storia.
Chiedo, signori Commissari, che la Rai interrompa la violazione dell’art. 294 c.p. e metta i cittadini italiani in condizione di poter sapere dell’azione nonviolenta che sto conducendo e, soprattutto e ovviamente, delle ragioni della stessa.
Chiedo che l’“attore” politico “Radicali Lucani” non venga rimosso dal dibattito e confronto sulla Separazione delle carriere dei magistrati e sulla sopra citata riforma. Il mio non è e non può essere un ricatto, perché non c’è ricatto nel rivendicare un diritto che è di tutti e di ciascuno.
In un Paese quale il nostro, assistere alla sopraffazione di atti quali la libertà di parola, di pensiero, è veramente grave.
Certo di un Vostro riscontro, teso ad eliminare questa inaccettabile censura, colgo l’occasione per porgervi i miei più cordiali saluti.

