Il Prodotto interno lordo lucano fa segnare il meno 0.1%, male automotive ed estrattivo. Sono questi alcuni dei dati consegnati dell’aggiornamento congiunturale della Banca d’Italia, relativamente al primo semestre del 2025, in cui l’indicatore trimestrale dell’economia regionale ha segnalato una variazione negativa in controtendenza rispetto alla “moderata crescita italiana e del Mezzogiorno”.
Com’è noto l’economia in Basilicata è fortemente legata alle sorti di Stellantis e degli introiti derivanti dai giacimenti petroliferi del territorio, questi ultimi che hanno consegnato un saldo negativo del 10%, in una regione che ospita il più grande giacimento petrolifero su terra ferma d’Europa, quello Eni di Viggiano.
A pesare dunque sulla contrazione ha prevalso l’automotive con particolare incidenza delle difficoltà dello stabilimento Stellantis di Melfi dove la produzione è passata da poco più di 40 mila veicoli a circa 20 mila, con un saldo negativo del 59,4% dato che va analizzato alla luce del calo delle vendite scemate da 60 mila a meno di 20 mila.
Tra i dati positivi: la crescita del settore delle costruzioni, con la compravendita di abitazioni al +2,3%. Cresciute inoltre del 6,8%, nei primi sei mesi del 2025, le presenze turistiche nel periodo che va da gennaio ad agosto mentre l’occupazione lucana è rimasta stazionaria al +0,2%. Resta sostanzialmente stabile anche il potere di acquisto delle famiglie (+0,1%). Per il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi «I dati della Banca d’Italia confermano la tenuta della nostra economia, pur in una fase di criticità per alcuni settori. Il rallentamento registrato era previsto ed è legato soprattutto a fattori esterni, come la crisi internazionale dell’automotive e la riduzione delle estrazioni petrolifere. Si tratta – ha concluso il governatore lucano – di dinamiche globali che non nascono in Basilicata, ma che inevitabilmente incidono su una regione industriale ed energetica come la nostra».

