E’ l’intero Mezzogiorno a dover fare i conti con una carenza di acqua unica, con le residue scorte che vanno rapidamente esaurendosi e con la disponibilità delle sorgenti ridotta ai minimi; in questo contesto generale la Basilicata e la Puglia sono tra le regioni in maggiore sofferenza.
Negli invasi lucani infatti – ha stimato l’osservatorio risorse idriche dell’Anbi l’Associazione nazionale bonifiche ed impianti irrigui – mancano 24 milioni di metri cubi d’acqua rispetto al 2024 con una scorta residua di 86,43 milioni di metri cubi. Parliamo della regione che detiene il primato per i quantitativi invasati di acqua, pari al 40% dei volumi totali nel rapporto fra le cinque Regioni del Sud Italia. In questo contesto le due più grandi dighe lucane, ovvero quelle di monte Cotugno e del Pertusillo trattengono complessivamente 63 milioni e 600 mila metri cubi di acqua , per dare un senso a questa emergenza senza precedenti basti pensare che il solo serbatoio di monte Cotugno ha una capacità di invaso di 272 mln di metri cubi.
Per l’Anbi in assenza di precipitazioni che di fatto scarseggiano, è immaginabile una nuova stagione di difficoltà soprattutto per il comparto agroalimentare che viene già da una estate di siccità con gravi danni sulla produzione. Preoccupazioni che si estendono anche alla Puglia ed in particolare alla provincia di Foggia, dove l’invaso di Occhito contiene attualmente meno di due milioni di metri cubi di acqua avvicinandosi al definitivo svuotamento.
Dal settore agricolo la crisi si sposterebbe su quello civile dove da giorni, in Basilicata, e nello specifico nelle zone del Vulture melfese, dell’Alto Bradano e del materano sono iniziate le interruzioni notturne dell’erogazione.
Non mancano proposte e soluzioni per programmare interventi tali da poter affrontare una realtà climatica ormai evidente e che ci ha consegnato un ottobre tra i più caldi di sempre con una temperatura media globale di 15,14 gradi.

