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Letto Giustizia, Bolognetti: l’Associazione Radicali Lucani promuove un “Manifesto Appello”
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Giustizia, Bolognetti: l’Associazione Radicali Lucani promuove un “Manifesto Appello”

Redazione 31 Ottobre 2025
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Venerdì 31 ottobre 2025 -“A oltre 40 anni dal “Caso Tortora”, posto all’attenzione nazionale e internazionale da Marco Pannella; a quasi 40 anni dai referendum sulla giustizia, voluti dal leader radicale e mio mentore, forse ci siamo.

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A quanto pare quella riforma della giustizia, affrontata da un pacchetto di referendum abrogativi negli anni ’80, sta per concretizzarsi almeno sul fronte della indispensabile e non più rinviabile separazione delle carriere dei magistrati.
Un traguardo importante che – afferma Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali Lucani – con ogni probabilità avrà una coda referendaria, nella quale si chiederà ai cittadini di promuovere o bocciare la riforma costituzionale in oggetto.
Noi siamo da sempre favorevoli, tanto da aver promosso a ripetizione quesiti referendari. Favorevoli e non contro la magistratura, ma per una magistratura in cui siano chiari i ruoli e sia chiara la terzietà del giudice rispetto ad accusa e difesa.

Quante volte, non a caso, – prosegue Bolognetti – abbiamo sentito definire “giudice” un pubblico ministero. La cosa non è solo un errore da penna rossa, ma temo che si tratti della spia di qualcosa che è andato rad
Quel che è certo è che se ad accusarti è un giudice, va da sé che sei di fatto già colpevole e condannato. Sarebbe stucchevole e pleonastico per me sottolineare una ovvietà: ad indagare e a muovere accuse non è un giudice, ma un pubblico ministero; un inquirente che tra l’altro sarebbe tenuto a trovare anche eventuali elementi che scagionano l’indagato.
Accade, invece, non di rado, che in occasione di gravi episodi di cronaca nera si concretizzi un accanimento terapeutico nei confronti di chi viene identificato come autore del delitto. Insomma, a volte, l’importante non è assicurare il colpevole alla giustizia per un equo processo, ma trovare qualcuno su cui buttare la croce, lo stigma.
Considerando tutto ciò che si sta muovendo per tentare di far fallire una riforma di civiltà, che garantisca la certa terzietà del giudice eliminando ogni dubbio sulla sua subordinazione al Pm, occorre attivarsi ora, subito e non domani.
Lo stesso Falcone – riorda Bolognetti – era assolutamente favorevole a questo tipo di provvedimento. Inutile dire che i professionisti dell’antimafia, di cui parlava Leonardo Sciascia, questo non ve lo diranno mai. Falcone, per certi aspetti, è stato sequestrato anche dagli stessi che vergognosamente lo avversarono quando era vivo.

“Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia”, c’è scritto nelle Beatitudini.

E noi questa fame e questa sete, per fortuna, l’abbiamo conservata intatta ed è semmai cresciuta nel corso degli anni.

Ho trascorso centinaia di ore della mia vita a coordinare comitati referendari e a raccogliere firme in calce ai referendum sulla giustizia; come detto non solo quelli degli ‘anni 80 definiti “Referendum Tortora”.

Non intendo e non intendiamo perdere una opportunità che potrebbe non tornare a breve e intendiamo contrastare tutte le forze che, in caso di referendum costituzionale, faranno di tutto per far fallire questa riforma, non escluso, temo, il mentire ed attivare “macchine del fango”. Per certi aspetti, contesto e scenari sono già scritti. Noi ci rivolgiamo agli uomini liberi, al di là di colori e bandiere, affinché ci raggiungano sotto “l’ombrello” che intendiamo creare ed entrino a far parte del nucleo di lotta e di azione che intendiamo costituire.

Sì, si preparano giorni interessanti e difficili, ma noi dobbiamo anche alla memoria di Enzo Tortora, voluto eurodeputato da Marco Pannella, questa mobilitazione. Un Tortora, gioverà ricordarlo, che diversamente da altri non utilizzò lo scudo dell’immunità parlamentare e decise di difendersi nel processo e dal processo, in quello che ancora oggi costituisce il punto più basso della giustizia italiana, il nostro affaire Dreyfus.

Invito, per tanto, tutti coloro che vogliono aderire a comunicarmi la loro disponibilità.

Il manifesto in oggetto reca in calce le prime firme di Maurizio Bolognetti (Segretario di Radicali Lucani), Maria Antonietta Ciminelli (tesoriera di Radicali Lucani), Alessandro Singetta (avv. e già Consigliere regionale), Enzo Acito (ingegnere e già consigliere regionale), Livio Valvano (direttore dell’Avanti), Massimo Celoro (farmacista e già sindaco di Sarconi), Giulio Cainarca (condirettore di Radio Libertà), Carlo Giordano (direzione Radicali Lucani), Mario Marra (Presidente della Associazione Stella Maris), Giuseppe Spera (direttore Aor San Carlo), Maria di Lascio (già sindaca di Lagonegro), Nicola Timpone (commercialista). Hanno inoltre sottoscritto il manifesto-appello: Rosanna Ennico (militante storica di Radicali Lucani), Lucia Tripodi (iscritta a Radicali Lucani), Tommaso Ciacca (medico, iscritto a Radicali Lucani), Francesca Tiboldo (insegnante in pensione e iscritta a Radicali Lucani), Imelde Cassino Rosati (dirigente scolastico in pensione), Raoul Pacifici Guatteri (Presidente dell’Onlus “Quei Ragazzi…Lavori in corso), Biagio Velardi (Agente immobiliare).

Come concludere questa mia nota? Credo non ci sia modo migliore che citare Leonardo Sciscia: “Io ho dovuto fare i conti da trent’anni a questa parte, prima con coloro che non credevano o non volevano credere all’esistenza della mafia, e ora con coloro che non vedono altro che mafia […] Non ho, lo riconosco, il dono dell’opportunità e della prudenza. Ma si è come si è”.

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