Le morti sul lavoro sono una piaga drammatica del nostro paese: 1000 morti all’anno, con una media di 3 al giorno. Una vera e propria strage, dovuta soprattutto alle condizioni di lavoro in Italia: sempre più precario, sfruttato, svalutato al solo profitto. A ciò si aggiunge l’assenza di controllo da parte degli organi preposti e la carenza di ispettori del lavoro. È quanto sostengono le sigle sindacali Spi Cgil, Cgil Basilicata e Cgil Potenza.
Un dato, quello degli infortuni sul lavoro, che è anche sottostimato se guardiamo al versante oscuro degli infortuni che quasi mai vengono denunciati, alle morti da amianto, allo sfruttamento nel caporalato. Un cortocircuito in cui nessuno è esente da responsabilità, che chiama in causa le istituzioni e gli organi di informazione, relegando le morti sul lavoro a un trafiletto di cronaca o una notizia appena accennata nel silenzio del servizio radiotelevisivo pubblico. Fatti dolosi di un lavoro tanto irregolare da diventare criminogeno. E la Basilicata non è esente. Nella nostra regione nei primi sette mesi del 2025 ci sono state nove vittime del lavoro, senza contare la strage dei braccianti agricoli nell’incidente avvenuto sulla Fondovalle dell’Agri, ma residenti in un’altra regione.
“Da tempo la Cgil ha avanzato proposte per fermare questa strage – affermano i segretari generali Spi Cgil Basilicata, Cgil Basilicata e Cgil Potenza, Angelo Summa, Fernando Mega e Vincenzo Esposito – come rafforzare la vigilanza e creare un coordinamento in capo all’Inail, istituire la Procura distrettuale e nazionale del lavoro, introdurre il reato di omicidio sul lavoro e una patente a punti per le aziende virtuose, investire nella prevenzione e nella formazione dei lavoratori e delle lavoratrici.
A questa drammaticità degli infortuni sul lavoro – proseguono Summa, Mega ed Esposito – si aggiunge la cancellazione della memoria e dell’identità delle vittime, le cui famiglie vengono dimenticate e lasciate nell’isolamento. Ecco perché – concludono – chiederemo un incontro al presidente dell’ANCI BasilIcata, Gerardo Larocca, per condividere con lui, in qualità di rappresentante dei 131 Comuni lucani, la proposta di intitolare un luogo alle vittime sul lavoro. La toponomastica segna il passaggio nel tempo delle persone che nel leggere una targa consolidano una memoria e nel ricordo che c’è anche lo stimolo ad agire per evitare che queste tragedie possano ripetersi. Vogliamo condividere un percorso, anche simbolico, un monito affinché ciascuno in questa lotta faccia la sua parte”.

