POTENZA – La comunità di Sant’Anna e Gioacchino di Potenza ha inviato una lettera al vescovo mons. Davide Carbonaro sottoscritta da 1300 fedeli chiedendogli, in pratica, di rivedere la decisione comunicata poche settimana fa, che annunciava il trasferimento di don Marcello Cozzi e don Franco Corbo. La lettera (che è sempre possibile sottoscrivere rivolgendosi presso l’oratorio della parrocchia) è stata consegnata a mano in segreteria diocesana e inviata tramite PEC all’arcidiocesi, così come la lista della raccolta firme. RIPORTIAMO DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DELLA MISSIVA INVIATA AL VESCOVO CARBONARO.
Potenza, 21 ottobre 2025 – In nome e per conto della comunità dei Santi Anna e Gioacchino di Potenza Eccellenza Reverendissima, abbiamo appreso della Sua decisione di voler effettuare un cambiamento radicale alla vita della nostra comunità. Non le nascondiamo che, pur trattandosi di due situazioni diverse, l’allontanamento contemporaneo di don Franco e don Marcello ci addolora profondamente. Per quanto riguarda don Marcello, non possiamo che esprimere la nostra sofferenza, anche se è arrivato nella nostra parrocchia da soli quattro anni.
Come, invece, Lei certamente sa, don Franco Corbo è il sacerdote che da sessant’anni ha camminato insieme a noi, facendo crescere una comunità viva e accogliente, nella quale tante persone hanno potuto sperimentare la bellezza del Vangelo che si fa vita e che si traduce in impegno per gli ultimi.
Questa storia, oltre all’impegno quotidiano profuso per l’iniziazione alla vita cristiana di tanti giovani e alle numerose altre attività della pastorale ordinaria, è anche la storia di un cammino che parte dai tempi del Concilio Vaticano II, prima con don Francesco Colucci e poi con don Franco. È una storia di relazioni, di uno sguardo comunitario sulle povertà del quartiere, della città, sugli immigrati e sul mondo, sulle lotte per la giustizia sociale e climatica e l’autodeterminazione dei popoli oppressi.
È una storia di impegno, che è diventato servizio all’intera comunità cittadina. Come per esempio attraverso le attività del Ce.A.C.A., Centro di Animazione Culturale Aristide, del Gruppo di Volontariato Solidarietà (oltre tremila adozioni internazionali e innumerevoli progetti di cooperazione e sostegno a distanza), della promozione di una cultura della pace con il gruppo di Pax Christi e con il Laboratorio di Educazione alla pace.
Un impegno radicato nel Vangelo e mai scollegato dal mondo reale, dalla necessità di costruire spazi di azione e di profezia.
Negli ultimi anni, con naturalezza, questo cammino comunitario ha incrociato i suoi passi con quelli di un nuovo co-parroco, don Marcello Cozzi, e ci è sembrato di scorgere in questo incontro, in questo affiancarsi di don Franco e don Marcello – voluto con forza da Monsignor Salvatore Ligorio, suo predecessore – un segno di una comunità capace di novità e rigenerazione attraverso l’azione dello Spirito Santo, della preghiera e della concretezza delle azioni umane.
Eccellenza, proprio per tutti questi motivi, alla luce della Sua decisione, non possiamo non manifestarLe il rischio di una disgregazione della comunità, lo smarrimento di tante persone, dai più anziani ai più giovani.
Sappiamo bene che rientra nell’autorità del Vescovo l’esercizio di trasferire i parroci, e siamo anche ben consapevoli – perché è quanto ci hanno sempre indicato don Franco e don Marcello – del valore dell’obbedienza da parte dei preti. Tuttavia, non ce ne voglia, nel caso di don Franco, ormai in età di pensione, allontanarlo dalla comunità nella quale ha speso tutta la sua vita ci sembra un gesto irrispettoso nei confronti di un anziano, di cui davvero non capiamo il senso. Pure qui sappiamo benissimo che non sempre è facile una co- abitazione tra un parroco vecchio e uno nuovo, ma anche alla luce di una disponibilità annunciata dallo stesso nuovo parroco, e del fatto che in questi cinquanta anni nella nostra parrocchia ci sia sempre stata una comunità di preti che hanno vissuto insieme, ci permettiamo di dire che un’esperienza del genere fra loro due si possa quantomeno provare.
Eccellenza, alla luce di tali riflessioni, Le chiediamo di ascoltarci. Di ascoltare prima di tutto il cammino ultra decennale di questa comunità, la sua vita e la speranza di tante persone.
È una comunità intera che glielo chiede. Una comunità viva, di persone libere.
Vogliamo sperare che la Chiesa, soprattutto in questi tempi difficili, non perda la profezia. Le chiediamo di incontrarci. Venga a toccare con mano l’amore, la speranza e la passione che ci animano, oppure ci accolga Lei per ascoltare questo nostro grido di dolore.
Accogliendo volentieri il nuovo parroco, Le chiediamo solo una cosa, e cioè che don Franco possa restare con noi, in questa comunità, come un padre anziano che, negli ultimi tratti del suo percorso, piuttosto che essere allontanato dalla sua famiglia, venga circondato ancora dall’amore dei suoi figli.
Salutandola cordialmente, restiamo in attesa di una Sua risposta e di incontrarLa.
La comunità dei Santi Anna e Gioacchino e tutti gli altri fedeli sottoscrittori di questa lettera