Un’indagine chiusa troppo velocemente. Un’ipotesi di suicidio che non ha mai convinto i familiari di Antonio Greco, l’operaio 53enne morto nel giugno 2019 mentre lavorava per una ditta esterna in uno stabilimento dolciario della provincia potentina.
L’uomo è precipitato dal tetto della fabbrica; lì secondo le prime ricostruzioni non si sarebbe dovuto trovare quindi l’ipotesi del gesto volontario.
Grazie alla determinazione della vedova di Greco e dei suoi legali, gli avvocati Savino e Ottavia Murro le indagini – dopo due richieste di archiviazione – sono state riaperte.
Il Pm Sarah Masecchia ha chiesto il rinvio a giudizio per Carmine e Stanislao Santagata, amministratore e capo cantiere della ditta per la quale lavorava la vittima. Sarà il Gup Francesco Valente a dover decidere nell’udienza del 4 novembre prossimo.
Con l’accusa di falsa informazione al pubblico ministero è stato disposto il rinvio a giudizio di un collega della vittima, lo stesso che a poche ore dalla tragedia aveva pronunciato delle parole alla vedova che aveva alimentato i sospetti sulla prima ricostruzione.