Martedì 14 ottobre 2025 – “Doveva essere una semplice interruzione di pochi giorni. E invece sono passati oltre due mesi e ancora non è chiaro quando e come verrà effettuato l’intervento sul viadotto Tiera, che sovrasta la linea ferroviaria Potenza-Avigliano-Melfi-Foggia (Fal e Trenitalia)”.
È quanto denunciano i segretari generali Cgil Basilicata e Filt Cgil Basilicata, Fernando Mega e Luigi Ditella.
“Nel frattempo – proseguono i segretari – oltre 200.000 utenti sono rimasti a piedi. Tutti costretti a riversarsi sulla Statale 658, già congestionata, con autobus e auto private, aggravando una situazione viaria già al collasso. I disagi quotidiani sono enormi: lavoratori e studenti pendolari in ritardo, pazienti in difficoltà a raggiungere ospedali e centri sanitari, famiglie esasperare.
E tutto questo nella totale indifferenza delle istituzioni. Dopo l’annuncio dell’assessore regionale alle Infrastrutture Pasquale Pepe sull’abbattimento del pilone del viadotto per ripristinare la linea ferroviaria, a oggi non risulta nessun procedimento.
Come se non bastasse, il presidente della Provincia di Potenza, soggetto competente sul viadotto, propone di non abbattere il pilone, ma di sollevare i ponti per incapsularlo, con un intervento il cui costo è quasi doppio e dai tempi indefiniti. La domanda è semplice: chi paga, dal momento che Provincia e Regione non hanno fondi?
L’intervento dovrebbe essere a carico di RFI, soggetto privato, su un’infrastruttura pubblica. Una situazione paradossale, un cortocircuito istituzionale in cui a pagare sono come sempre i cittadini, il cui diritto alla mobilità, che secondo la riforma del Titolo V della Costituzione dovrebbe essere garantito dalla Regione come servizio minimo essenziale, viene negato”.
Per i dirigenti sindacali “ciò è evidente anche se guardiamo alle condizioni in cui versa il trasporto pubblico ferroviario negli ultimi 18 mesi: linee sospese, treni fermi, passeggeri costretti a impiegare fino a due ore per percorrere 50 chilometri, gare d’appalto scadute da tempo, mezzi vecchi, sovraffollati, inadeguati, in aperta violazione anche delle indicazioni europee, che promuovono il trasporto pubblico e sostenibile, e in contrasto con ogni principio di buon senso.
Si spendono 150 milioni di euro l’anno per la mobilità, ma il servizio rasenta spesso lo spreco di risorse pubbliche. Prima o poi – concludono – qualcuno dovrà rendere conto di questa gestione fallimentare. La mobilità è un diritto, non un favore. Basta silenzi: servono trasparenza, rispetto e risposte”.
Foto di copertina: viadotto Tiera