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Letto Potenza, la comunità di Sant’Anna chiede al vescovo un confronto sul trasferimento di don Franco Corbo
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Potenza, la comunità di Sant’Anna chiede al vescovo un confronto sul trasferimento di don Franco Corbo

"Riteniamo che ora il cammino della nostra comunità debba seguire la strada della trasparenza, della verità, del confronto rispettoso"

Redazione 14 Ottobre 2025
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POTENZA – Lunedì 13 ottobre 2025 monsignor Davide Carbonaro, arcivescovo metropolita della diocesi di Potenza – Muro Lucano -Marsico Nuovo, ha diffuso un documento ufficiale (LEGGI) in cui si legge che don Franco Corbo e don Marcello Cozzi nei prossimi mesi lasceranno la parrocchia dei Santi Anna e Gioacchino per altro incarico. In particolare, don Corbo sarà collaboratore della parrocchia Santa Maria del Carmine di Avigliano, e don Cozzi ha ricevuto il nulla osta del vescovo per essere momentaneamente trasferito all’arcidiocesi di Napoli. Sulla questione, la comunità della parrocchia di Sant’Anna e Gioacchino si è riunita ed ha diffuso il seguente comunicato inviando a mons. Carbonaro un confronto e una richiesta di “trasparenza”. DI SEGUITO LA NOTA COMPLETA.

“Appresi i voleri del vescovo, la comunità di Sant’Anna e Gioacchino ha deciso di riunirsi e discuterne in un’assemblea, che ha visto partecipare circa 200 parrocchiani e da cui sono emersi spontanei sentimenti di delusione, amarezza e sincera preoccupazione, specie per il provvedimento che riguarda don Franco Corbo.
Un provvedimento tanto improvviso quanto inspiegabile, su cui ci concentreremo in queste righe. Su cosa ci sia dietro alla rinuncia di don Marcello, invece, dovremmo forse fare una riflessione in separata sede.
Era il 1969 quando don Corbo è arrivato a Sant’Anna e Gioacchino come sacerdote, il 1988 quando ne è diventato parroco. Cinquantasei anni di ministero spesi a creare una comunità viva e attiva nel segno del Vangelo, che si è sempre distinta per schierarsi al fianco degli ultimi, per costruire ponti e non muri, per non voltarsi di fronte alle ingiustizie e avere il coraggio di parlare anche quando tutti tacciono.
Oggi don Franco di anni ne ha 85. Ci si aspetterebbe che venga mandato in pensione, che trascorra il tempo che gli resta nella parrocchia che lo ha accolto quand’era poco più che ragazzo, con la famiglia e gli affetti di cui si è circondato. Proprio come nel passato i vescovi della nostra diocesi auspicavano per i parroci anziani che passavano il testimone ai più giovani. Invece no. Viene mandato nella parrocchia di Santa Maria del Carmine di Avigliano, con un incarico da collaboratore.
Ma perché mai? Anche nel caso in cui si decida che per lui non sia ancora tempo di pensionamento, cosa che alla sua età apparirebbe almeno inopportuna, perché non lasciargli svolgere tale incarico tra le mura di Sant’Anna e Gioacchino? Perché allontanarlo da tutto ciò a cui ha dedicato una vita intera, dai suoi luoghi del cuore, dalla sua famiglia? La sua presenza sarebbe così scomoda, ingombrante, ostacolante? Nei confronti di chi?
In tutta franchezza, questo sembra più un esilio, che un ritorno a casa. L’immeritata conclusione di un percorso che dovrebbe essere di esempio a molti, dentro e fuori la Chiesa.
Nell’assemblea citata qualche riga sopra, don Franco ha detto: “Sappiamo che c’è, in ogni caso, una sola conclusione possibile, che è la testimonianza di una comunità che di fronte a ogni avversità e ingiustizia sappia orientare il proprio cammino al bene comune, fondato sul Vangelo, senza mai rinunciare al nostro esser cristiani”.
Riteniamo che ora il cammino della nostra comunità debba seguire la strada della trasparenza, della verità, del confronto rispettoso.
Perciò, con la piena consapevolezza che ogni vescovo possa organizzare la propria diocesi come meglio crede e del voto di obbedienza a cui sono tenuti i sacerdoti, chiediamo un incontro a monsignor Carbonaro, nella nostra parrocchia o dovunque lui desideri. Gli chiediamo di toccare con mano il dolore e lo smarrimento di un’intera comunità. Gli chiediamo di ascoltarci, di guardarci negli occhi e parlare a cuore aperto. Di esercitare quella paternità pastorale di cui lui stesso scrive, ma che in questa sua decisione di allontanare don Franco, purtroppo, non vediamo”.
La Comunità della parrocchia Sant’Anna e Gioacchino di Potenza

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