I volumi produttivi nello stabilimento Stellantis di San Nicola di Melfi in Basilicata nel terzo trimestre dell’anno hanno portato alla realizzazione di 26850 veicoli, erano 201.460 nello stesso periodo del 2019. In sei anni i numeri sono scemati del 50,5%. Per quel che riguarda invece i volumi produttivi annui, nello stesso intervallo di tempo, ovvero 2019 – 2025, a Melfi si è passati dalle 330.536 auto nuove prodotte alle 62.080 del 31 dicembre 2024.
Raccontano uno scenario impietoso i numeri diffusi dalla Fim Cils nel report del segretario generale Ferdinando Uliano. A Melfi rispetto al periodo pre-Covid, la perdita è stata dell’87%. In calo anche il dato generale di produzione se si sommano tutti gli stabilimenti italiani con perdite comprese tra il -17% e il – 65% per un meno 31,5% complessivo. nel dettaglio le Autovetture hanno subito una flessione -36,3% e i veicoli commerciali -23,9%. Anche il 2025, come il 2024, chiuderà con circa un terzo di veicoli in meno usciti dalle fabbriche Stellantis, un risultato – ha sottolineato Uliano – ben peggiore di quanto previsto a inizio anno.
Tornando al polo di Melfi il crollo produttivo ha comportato come primo effetto una ripercussione sui livelli occupazionali. Nell’ultimo semestre si sono registrati 57 giorni di fermo collettivo gestiti con Contratto di Solidarietà con 187 turni persi. Negli altri giorni l’utilizzo di questo strumento è stato del 63%, coinvolgendo ogni giorno circa 3.050 lavoratori. La conseguenza è che dal 2021, circa 2.370 lavoratori sono usciti incentivati su base volontaria, portando gli occupati a 4.670 e sono circa 350 i lavoratori in prestito presso altri stabilimenti.
In questo contesto l’incontro tra le organizzazioni sindacali e il nuovo CEO di Stellantis Antonio Filosa del 20 ottobre prossimo a Torino diventa cruciale per definire le strategie sul futuro del gruppo.