E’ una vera e propria fuga quella dei medici dalla Basilicata dove negli ultimi dieci anni, secondo i dati diffusi dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, si è registrato il calo più consistente d’Italia.
Secondo l’ultimo report dedicato alla diffusione dei professionisti sanitari e sul trend negli ultimi dieci anni, tra il 2013 e il 2023 la Basilicata ha perso oltre il 24 per cento dei medici del servizio sanitario regionale. Erano 1.242, ne sono rimasti 942.
Una delle conseguenze più esplicative di questo drastico calo si registra soprattutto nei piccoli comuni nei quali l’ambulatorio del medico di famiglia è aperto una sola volta la settimana grazie a professionisti che si spostano da un paese all’altro per garantire visite, medicine e certificati, condizioni che in una popolazione sempre più anziana produce deficit dal punto di vista dell’assistenza sanitaria.
In questo quadro generale il rischio di non poter contare più sul medico del servizio sanitario nazionale (regionale) è destinato a crescere alla luce dei numerosi medici di famiglia prossimi alla pensione. In Italia sono infatti, secondo il report, circa 39mila i medici che potrebbero lasciare il servizio tra il 2026 e il 2038, con un picco di oltre 3.200 uscite l’anno nel quadriennio 2029-2033.
Il quadro attuale in Basilicata è preoccupante anche per quel che riguarda la cura a neonati e bambini con soli 60 pediatri.
Non va certo meglio per gli infermieri. In Basilicata sono 2884, il 3,6% in meno in dieci anni. Anche qui pesa la “uscita pensionistica”: entro il 2035 circa 78mila infermieri raggiungeranno l’età di pensionamento, aggravando un fabbisogno che già oggi fatica a essere coperto.