Il 9 giugno scorso Antonio Nicoletti diventava sindaco di Matera al secondo turno, battendo al ballottaggio il candidato della coalizione riformista Roberto Cifarelli, a circa un mese di distanza presentava la sua giunta.
Le urne, all’esito del primo turno, avevano consegnato alla città una maggioranza degli scranni in consiglio comunale ad appannaggio delle opposizioni – con 18 consiglieri su 33 escluso il primo cittadino – e le conseguenti potenziali difficoltà per il sindaco a ricevere il sostegno necessario per poter incidere nelle scelte politiche.
Di fatto a distanza di circa tre mesi e mezzo dalla vittoria elettorale il consiglio comunale di Matera vive una condizione di stallo sulla nomina del presidente dell’assise.
Ancora nell’ultima seduta consiliare dello scorso 25 settembre l’aula chiamata a decidere sul primo punto all’ordine del giorno, dedicato proprio all’elezione del presidente ha rinviato la votazione per “mancanza di candidature”, è stata questa la motivazione formale, formulazione che cela l’evidente mancanza della maggioranza assoluta necessaria. Una circostanza che ha portato alla contestazione da parte dei consiglieri di opposizione i quali hanno tacciato di immobilismo la colazione a sostegno di Nicoletti.
Durante la seduta, l’assenza di una maggioranza stabile ha portato alla bocciatura della modifica al Programma Triennale dei Lavori Pubblici 2025/2027 e all’elenco annuale 2025 mentre è stata fissata al 20 marzo prossimo la data per la cerimonia di apertura di Capitale Mediterranea della cultura e del dialogo 2026, evento per il quale il Comune ha stanziato 500 mila euro, cui si aggiungono 3 milioni dalla Regione Basilicata.
Sempre sul tema della nomina del presidente dell’assise ha parlato anche il presidente del Consiglio regionale di Basilicata Marcello Pittella. L’ex governatore lucano in un video sui social ha detto che “gli elettori hanno consegnato al primo turno una vittoria alla coalizione di Cifarelli premiando Nicoletti e il centrodestra al ballottaggio. Quando una città si esprime così immagino che si voglia fare un governo in cui si uniscono le forze. Il contrario sarebbe poco lungimirante, ha aggiunto Pittella, da qui il suo suggerimento al sindaco ad aprire un ragionamento; l’alternativa – ha concluso – è che il Consiglio comunale diventi un luogo del litigio e delle fazioni. E alla lunga non si va da nessuna parte”.