Domenica 14 settembre 2025 – “Per noi l’entrata in campo della Regione, peraltro senza alcun coinvolgimento della minoranza come avevamo chiesto, dava per scontato che si riuscisse a difendere le sedi sul territorio, visto che la clausola sociale doveva essere già rispettata dall’azienda che tuttavia è chiamata a fare di più, ogni sforzo per garantire serenità alle famiglie”.
Lo affermano i consiglieri regionali Alessia Araneo; Antonio Bochicchio; Angelo Chiorazzo; Roberto Cifarelli; Piero Lacorazza; Piero Marrese; Viviana Verri; Giovanni Vizziello.
“Le lettere ricevute dalle lavoratrici e dai lavoratori – sostengono – rendono tuttavia poco chiaro il ruolo che abbiano esercitato l’assessore Cupparo e il Presidente Bardi.
Si depongano le parole trionfalistiche e si metta sul tavolo il coinvolgimento di tutti per unirsi e dare forza ad una posizione a difesa del lavoratori, del territorio, delle sede e dei paesi.
C’è anche da considerare che questa vertenza dimostra tuttavia tutto il valore di imprenditori lucani che hanno investito in Basilicata per molti anni.
Questa premessa è necessaria per ricostruire il filo del discorso.
A pochi giorni dai toni trionfalistici con cui il Presidente Bardi e l’assessore Cupparo avevano salutato l’esito dell’incontro del 10 settembre scorso presso la Regione Basilicata, la realtà si è purtroppo incaricata di smentire le facili rassicurazioni fornite ai lavoratori e all’opinione pubblica.
Con una comunicazione PEC, infatti, l’Ati Accenture–Datacontac ha certificato il trasferimento delle sedi operative che non saranno più a Tito e Sant’Angelo Le Fratte, ma a Bari , Matera e Padova.
Una decisione che, se non fosse corretta, ridurrebbe drasticamente il peso del nostro territorio mettendo a rischio la permanenza in Basilicata di professionalità preziose.
A questo si aggiunge il cambio di contratto: non più quello dei metalmeccanici, ma quello delle telecomunicazioni, con conseguenti e consistenti riduzioni salariali.
A oggi, inoltre, non vi è alcuna certezza sulla possibilità di continuare a svolgere le attività in smartworking, modalità che interessa la quasi totalità delle e dei dipendenti ex SmartP@per.
Siamo consepevoli che – proseguono i consiglieri regionali di opposizione – la committenza di questa commessa non è regionale, ma sul tavolo che si svolgerà a Roma la Basilicata non può che essere una comparsa; ragioni per cui ci si arrivi uniti e quindi più forti.
Le lavoratrici ed i lavoratori, i sindaci devono sapere che con loro la Basilicata è unita e compatta; per questo ogni tentativo di propaganda e di trionfalismo non aiuta. Per come sono andate le cose, ci sono aspetti imbarazzanti.
Già nei mesi scorsi avevamo richiesto un incontro per condividere problematiche e azioni utili ad affrontare al meglio la vertenza SmartP@per, ma quella disponibilità al confronto è stata ignorata.
Di fronte a questo scenario, non possiamo tacere né accettare la narrazione edulcorata offerta dalla Giunta regionale.
Ai lavoratori vanno garantiti diritti, tutele e prospettive, non annunci privi di riscontri. Continuereremo a vigilare, a portare la loro voce in Consiglio regionale e a chiedere alla Giunta Regionale – concludono i consiglieri regionali di opposizione – di assumersi fino in fondo le proprie responsabilità in questa vicenda, che riguarda il presente e il futuro di centinaia di famiglie lucane”.