Era il 12 settembre del 1993; esattamente 32 anni fa scomparve a Potenza Elisa Claps. Il suo cadavere venne ritrovato 17 anni dopo nel sottotetto della chiesa della Trinità, ultimo luogo dove l’allora sedicenne fu vista, con il suo assassino, Danilo Restivo, chiesa poi rimasta chiusa per 15 lunghi anni.
Misteri, silenzi e dubbi hanno segnato questo periodo, caratterizzato dalla forza e resilienza della famiglia di Elisa che ha lottato per chiedere verità e giustizia assieme a chi li ha sempre sostenuti in questa battaglia.
La serie tv Rai e il podcast di Pablo Trincia hanno riconsegnato all’Italia il mistero sulla morte della ragazza. Da qui la scelta della famiglia di destinare i proventi dei diritti per realizzare “Il sogno Elisa” ovvero la costruzione di un campo medico a Goma, in Congo, per curare i bambini con mezzi adeguati e personale medico qualificato.
E nel ricordo di Elsia in questo anniversario il presidio Libera Potenza, che dal primo momento ha combattuto al fianco della famiglia Claps, ha mostrato le immagini di quanto realizzato a Goma in occasione della presentazione dell’iniziativa “Adotta la Panchina Rossa di Elisa”. Un oggetto che non è solo un arredo, ma un segno che parla e che si muove oltre il luogo fisico in cui si trova.