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Attualità

La Garante Silletti incontra Olimpia Orioli, mamma di Luca

La Garante regionale delle vittime di reato e delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, per il diritto alla salute e degli anziani: “Accendere un faro su tutte le vittime di reato”

Redazione 27 Agosto 2025
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POTENZA – La Garante regionale delle vittime di reato e delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, per il diritto alla salute e degli anziani, Tizia Silletti ha incontrato ieri, presso il Palazzo del Consiglio regionale, Olimpia Orioli, madre di Luca Orioli, ritrovato senza vita insieme a Marirosa Andreotta il 23 marzo 1988 a Policoro, in circostanze che – secondo Olimpia – non sono mai state realmente chiarite e sulle quali continua a chiedere piena verità e giustizia.

All’incontro erano presenti anche Donatina Allamprese, referente di Libera – presidio Vulture Alto Bradano, Franca Coppola, già presidente dell’associazione Le ali di Frida, e Domenico Martino, a supporto della Garante.

Olimpia Orioli ha espresso profonda soddisfazione per essere stata finalmente ricevuta dalle istituzioni, “dopo 37 anni di silenzio e indifferenza”. Ha ringraziato la Garante per la sensibilità dimostrata nei confronti della sua storia e della memoria di Luca e di Marirosa, anch’essa vittima di quella tragica notte di oltre tre decenni fa.

In tutto questo tempo, la signora Orioli non ha mai smesso di lottare, mantenendo la forza di far valere la propria voce, non solo per la memoria di suo figlio, ma anche per tutti coloro che con coraggio portano avanti battaglie per una società libera e giusta.

A margine dell’incontro, la Garante Silletti ha sottolineato il valore del momento istituzionale: “Per la prima volta, in una sede regionale, viene accolto il grido di una madre, di una donna, di una combattente che, dopo 37 anni, continua a chiedere ascolto. Per decenni la signora Orioli ha rivolto le sue istanze alle istituzioni e al mondo dell’informazione, che solo in parte le ha dato voce. Oggi il nostro compito è raccogliere e dare piena dignità a quel grido, affinché diventi esempio di coraggio per tante madri, donne e famiglie lucane che si sono sentite vittime di reato e che troppo spesso hanno trovato nel silenzio l’unica forma di difesa. Con questo incontro intendiamo riaffermare il valore della verità, della giustizia e della parola, che rappresentano la vera fonte di libertà. Ringrazio quanti hanno reso possibile questo significativo momento di ascolto e di riflessione”.

Olimpia Orioli ha definito l’incontro un passaggio fondamentale: “Per la prima volta, dopo tanti anni, ho potuto portare la mia storia all’interno di un’istituzione, grazie alla Garante Silletti. Ritengo questo un momento storico, perché in 37 anni non mi era mai accaduto di sentirmi davvero ascoltata, accolta e compresa. Quanto avvenuto oggi rappresenta per me una speranza nata dal dolore e dalla disperazione. Mi auguro che l’azione della Garante possa proseguire con determinazione, per contribuire a un cambiamento reale. La sua presenza non è solo quella di una figura istituzionale, ma di una persona capace di trasmettere umanità, sensibilità e attenzione autentica. In questo incontro ho ritrovato fiducia, che considero un dono prezioso. La mia battaglia non è più soltanto per Luca, ma perché il dolore che ha colpito la mia famiglia possa avere un senso. Quel senso sta nel pretendere che la giustizia funzioni in modo equo per tutti. Oggi, per la prima volta, sento che qualcosa può cambiare”.

In chiusura, la Garante Silletti ha annunciato che porterà la questione all’attenzione del Consiglio regionale della Basilicata: “Attraverso questo incontro istituzionale con la signora Orioli intendiamo accendere un faro, le vittime di reato non devono essere lasciate sole. Le istituzioni devono essere presenti e attive, perché le persone non debbano farsi carico, da sole, sul piano emotivo, psicologico, culturale ed economico, della difesa dei propri diritti. È necessario che gli organi competenti facciano rete con l’Ufficio della Garante, affinché la Basilicata sia riconosciuta come la Regione del diritto alla parola e alla verità”.

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