Il 4 agosto del 2024 moriva in circostanze sospette nel Centro di permanenza per ii rimpatrio di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza, il 22enne marocchino Oussama Darkoui, una vicenda sulla quale sono in corso le indagini della Procura del capoluogo di regione lucano, parallelamente ad un’altra indagine per fatti avvenuti sempre nel Cpr tra il 2018 e il 2022, che ha portato a 18 rinvii a giudizio tra appartenenti alle forze dell’ordine, medici e avvocati.
Una storia, quella di Oussama, ancora segnata da molte opacità e che ha portato ad una raccolta firme per venire a conoscenza della verità sulla morte del ragazzo.
Ad un anno esatto dalla tragedia l’assemblea regionale No CPR ha organizzato una manifestazione davanti al centro e in quella circostanza alcuni trattenuti all’interno della struttura, per protesta, hanno dato fuoco a dei materassi salendo sui tetti e lanciando dei sassi, uno dei quali ha ferito un poliziotto.
La situazione ha portato al primo caso di applicazione in Basilicata delle norme previste dal nuovo decreto sicurezza che punisce le rivolte degli stranieri nei Cpr con la reclusione da uno a quattro anni.
Dopo l’arresto dei nove uomini, gli stessi al termine dell’udienza di convalida sono stati trasferiti nuovamente nella struttura di Palazzo San Gervasio in attesa della data del processo.