Lunedì 4 agosro 2025 – Nel corso della Conferenza Unificata del 30 luglio 2025, le Regioni hanno espresso parere favorevole, a maggioranza, al disegno di legge delega sul nucleare. Tra le favorevoli anche la Basilicata, in contrasto con il no netto di Umbria, Toscana e Sardegna.
“È inaccettabile – sostiene l’on. Arnaldo Lomuti coordinatore regionale M5S Basilicata – che una decisione così rilevante per il futuro energetico e ambientale del Paese sia stata presa senza alcuna condivisione, senza il minimo confronto con le forze politiche, la società civile e i cittadini della Basilicata che si mobilitarono nel 2003 contro le scorie nucleari.
La scelta di riaprire alla prospettiva del nucleare di certo non ci fa dormire tranquilli, visti i precedenti in Basilicata in merito alla gestione del petrolio e della centrale Itrec, dove non sono mancati incidenti importanti che hanno evidenziato enormi lacune in termini di sicurezza.
Non osiamo immaginare se poi questi incidenti riguarderanno l’energia nucleare con conseguenze irreparabili. In questa situazione l’ultima persona che ci serve è un signor si.
La Basilicata non ha bisogno del nucleare: secondo l’ultimo rapporto ISPRA, oltre il 90% dell’energia nella nostra Regione proviene già da fonti rinnovabili.
Abbiamo tutte le carte in regola – afferma Lomuti – per puntare con decisione su un modello energetico pulito, autonomo e rispettoso dell’ambiente.
Il nostro territorio ha già pagato un prezzo altissimo in termini di pressione ambientale e rischio industriale. È assurdo anche solo ipotizzare che la Basilicata possa ospitare una centrale nucleare o un deposito nazionale di scorie radioattive.
Ciò che rende ancora più incomprensibile la posizione della Giunta Bardi – denuncia Lomuti – è il fatto che, proprio nelle osservazioni regionali alla Carta delle Aree Idonee per il deposito nazionale, siano stati evidenziati motivi oggettivi di incompatibilità: sismicità (zona 2), abbondanza di risorse idriche, vocazione agricola e paesaggistica del territorio.
Non va dimenticato che in Basilicata esiste già il sito di Trisaia di Rotondella, per cui è in corso un procedimento giudiziario per disastro ambientale. Prima di parlare di nuovo nucleare, Bardi dovrebbe preoccuparsi di sostenere la bonifica di quel sito e di risolvere le gravi problematiche ambientali ancora irrisolte, che sono un pericolo per la salute pubblica
Il cosiddetto “nucleare di quarta generazione” è ancora lontano dall’essere una realtà operativa: se andrà come ipotizzano i favorevoli, i reattori dimostrativi non forniranno risposte prima di almeno un decennio.
Non si possono vendere illusioni: oggi non esistono strumenti per valutare vantaggi e svantaggi concreti, né una reale analisi costi-benefici. Anche perché il problema della gestione dei rifiuti radioattivi è nel mondo ancora il problema irrisolto.
Ed anche nelle versioni più avanzate, i reattori continueranno comunque a produrre scorie radioattive, perché si tratta pur sempre di fissione nucleare.
Quanto alla fusione, è una prospettiva ancora distante, più teorica che concreta.
La verità è che il Governo Meloni, con il supporto di Bardi, vuole far passare per innovazione quello che è solo un ritorno ad un passato pericoloso. Il nucleare che ci vogliono vendere è roba vecchia, pensata per alimentare interessi privati, non per costruire un futuro sostenibile.
E proprio qui si staglia, triste e docile, la figura del generale “ripetente” Bardi: prono alle richieste del Nazionale, non si limita a dire “presente”, ma aggiunge il suo diligente “signorsì”.
Un atteggiamento da subalterno più che da rappresentante istituzionale, che sacrifica la dignità di un’intera regione in cambio dell’obbedienza cieca a logiche centraliste e/o affaristiche.
Una postura che offende l’intelligenza dei lucani e tradisce, ancora una volta, gli impegni presi nel recente passato.
Noi si rispondiamo “ presente” (anzi , sempre presente! ) per la salvaguardia della Comunità Lucana e condividiamo con rinnovato interesse la chiamata per una riflessione collegiale dell’intera Comunità Lucana avanzata anche da Europa Verde-AVS.
Noi vogliamo – conclude Lomuti – un mondo dove la natura è amata e rispettata, e dove la tecnologia sia al servizio delle persone, non degli affari di pochi”.