L’aumento dei dazi doganali al 30% disposto dagli Stati Uniti sui prodotti provenienti dall’Unione Europea rischia di mettere in seria difficoltà molti settori produttivi del vecchio continente con le ovvie ripercussioni sul mercato nazionale italiano.
Per quanto riguarda la Basilicata, collegare il tema dei dazi al mercato dell’automotivie, che vede il polo industriale Stellantis di San Nicola di Melfi tra i più grandi settori produttivi della regione, è quasi scontato, così come le ripercussioni che l’aumento dei costi di esportazione possono verificarsi su un settore già in forte crisi.
Secondo i dati diffusi dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha prodotto una analisi sull’indice di diversificazione di prodotto dell’export per regione, quella che presenta il dato peggiore è la Sardegna con il 95,6 per cento, dove domina l’export dei prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio. Tra le realtà territoriali del Mezzogiorno, solo la Puglia presenta un livello di diversificazione elevato al 49,8 per cento. Un dato che la colloca al terzo posto a livello nazionale tra le regioni potenzialmente meno a rischio da un’eventuale estensione dei dazi ad altri prodotti merceologici
Per la Basilicata, in questo contesto generale, il settore automotive incide per l’80,9% sulla quota totale, che è di poco superiore al miliardo e 700mila euro ma oltre alle auto, nel podio dei prodotti lucani che risentono maggiormente degli effetti dazi, spiccano medicinali e prodotti farmaceutici insieme al settore del mobile imbottito. A livello provinciale, l’export verso gli Stati Uniti nell’ultimo anno è calato. Il dato negativo riguarda soprattutto la provincia di Potenza, dove rispetto all’anno precedente, il 2024 ha fatto registrare un -88,2%. Ribasso anche per il Materano dove si verifica un – 11,2%.