POTENZA – “È inaccettabile che il 30 maggio, giorno in cui Potenza celebra il suo Santo Patrono, sia passato nel silenzio e nell’indifferenza istituzionale. Questa amministrazione ha dimostrato, ancora una volta, quanto sia distante dalla propria comunità e dalle sue tradizioni.”esordisce in questo giorno Alessandro Galella, Consigliere Regionale di Fratelli d’Italia”. Lo afferma Alessandro Galella, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Galella.
“Pare che il detto “Passato il Santo, passata la festa”, sia proprio vero. Anzi, a Potenza quest’anno sembra che il Santo non sia mai arrivato. È difficile comprendere come il 30 maggio, giornata in cui si celebra San Gerardo, Patrono della città, sia trascorsa nel silenzio istituzionale più assoluto. Una ricorrenza che, in ogni città italiana, rappresenta un momento di identità collettiva, cultura e coesione sociale, è stata completamente ignorata dall’amministrazione guidata dal Sindaco Telesca.
A un solo anno dall’insediamento della nuova Giunta, stupisce – e sinceramente preoccupa – la totale assenza di iniziative promosse dal Comune per onorare una data così simbolica per la comunità potentina. Né eventi culturali, né appuntamenti istituzionali, né misure logistiche o viabilità speciale sono stati previsti per il 30 maggio. Al contrario, le scale mobili e gli ascensori sono rimasti chiusi dopo le 21 e il centro è stato riaperto al traffico e alla sosta come in un giorno qualsiasi.
Il risultato è stato un messaggio chiaro, ma profondamente deludente: per questa amministrazione, il 30 maggio è un giorno come un altro. Eppure la cittadinanza ha reagito con forza, invadendo il centro storico e Viale Dante in un moto spontaneo di partecipazione che ha dimostrato quanto la festa di San Gerardo sia ancora viva nel cuore dei potentini.
L’amarezza è stata palpabile: molti hanno espresso incredulità di fronte alla decisione – difficilmente spiegabile – di concentrare gli sforzi organizzativi del Comune sul 26 maggio, trascurando completamente la data ufficiale della festa patronale. Un dettaglio che ha colpito tutti: persino i cartelloni agli ingressi del Ponte Attrezzato riportavano orari di apertura e chiusura senza menzionare il 30 maggio, come se quella giornata non esistesse.
Non si tratta solo di una dimenticanza organizzativa, ma di una mancanza di visione. È lecito chiedersi perché non si siano attivate soluzioni a basso impatto economico, ma ad alto valore simbolico e sociale. Concerti autofinanziati, bande musicali locali, gruppi giovanili, sponsorizzazioni da parte di imprenditori del territorio: le possibilità non mancavano. È mancata la volontà.
Chi guida una città capoluogo di regione ha il dovere morale e civico di valorizzare le sue tradizioni, specie quelle che uniscono generazioni e rafforzano l’identità collettiva. Questo silenzio, istituzionale e simbolico, è stato assordante. E se davvero non si è stati capaci neanche di riconoscere il valore della festa del Patrono, forse sarebbe opportuno che l’Amministrazione si interrogasse sulla propria capacità di rappresentare la città in tutte le sue dimensioni, anche quelle più profondamente radicate.
Una piazza vuota non è solo una scelta logistica: è un segnale politico. E oggi, quel segnale racconta una distanza preoccupante tra chi amministra e chi vive, ogni giorno, la città”, conclude Galella.