Non più “semplici contadine”, le donne titolari di aziende agricole in Basilicata rappresentano una nuova frontiera del comparto con le loro scelte imprenditoriali e una nuova visione dell’agricoltura, più attenta alla sostenibilità, alla biodiversità, all’innovazione e alla rigenerazione dei territori rurali, anche con azioni atte a promuovere pratiche agricole più inclusive e rispettose dell’ambiente.
E’ quanto emerge dalla fotografia aggiornata scattata dall’istituto Crea che evidenzia un dato molto significativo: in Basilicata il 38% delle aziende agricole è diretto da donne: Un dato di gran lunga superiore alla media nazionale che si ferma al 31,5%.
Altre caratteristiche che riguardano le aziende “in rosa”: il 45% di queste si trova in aree rurali, con un 50% di agriturismi e una dimensione aziendale mediamente inferiore rispetto a quelle a conduzione maschile. Concentrandoci nello specifico sul settore zootecnico la forbice è ancora più netta: solo il 23% delle aziende con allevamenti è gestito da donne facendo si che la zootecnia rimanga di forte appannaggio maschile.
Numeri a parte, nel settore primario le donne svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere lo sviluppo e la tutela dei territori rurali, contribuendo alla sicurezza alimentare e assicurando prodotti di qualità e rispettosi dell’ambiente dove la “resilienza” rappresenta l’elemento più significativo dell’attività delle imprenditrici agricole lucane.
La presenza femminile nelle aziende è molto diversificata, andando dal supporto tecnico e scientifico, alla trasformazione e somministrazione dei prodotti alimentari. Un universo costellato quindi da molteplici figure, che svolgono ruoli e funzioni diversificati, la cui rilevanza, però, non sempre e non ancora è adeguatamente riconosciuta.