Giovedì 13 novembre2024 – “Nel Mezzogiorno d’Italia PIL e occupazione crescono più della media nazionale, confermando, anche nei primi sei mesi dell’anno in corso, il ruolo del Sud di traino dell’economia nazionale, ma in Basilicata il crollo dell’export influenza negativamente l’andamento del valore aggiunto regionale che probabilmente non farà registrare le dinamiche espansive attualmente in atto nel resto del Sud Italia.”
E’ quanto affermano, in una nota, i consiglieri regionali di Basilicata Casa Comune Giovanni Vizziello e Angelo Chiorazzo che così commentano il Rapporto Banca d’Italia “Economie regionali-dinamiche recenti e aspetti strutturali”.
“Dopo Confcommercio anche Banca d’Italia conferma le dinamiche positive in atto nel Mezzogiorno per quanto riguarda la ricchezza prodotta, l’andamento dell’occupazione e delle esportazioni” -spiega Vizziello-“ tendenze alle quali purtroppo non partecipa la nostra regione, nella quale gli economisti di Banca d’Italia registrano, nei primi sei mesi dell’anno in corso, un vero e proprio crollo dell’export (-40,9%), ascrivibile soprattutto al settore dell’automotive(-55,%) e dei prodotti petroliferi(-34%), due comparti che, messi insieme, rappresentano più dell’80% delle esportazioni regionali.
“Nell’attesa dei report dettagliati sulle singole regioni a cura delle sedi locali di Banca d’Italia, registriamo come la Basilicata sia in difficoltà rispetto ad un indicatore fondamentale, appunto l’export, che è un elemento rilevante della nostra economia caratterizzata, da anni, da una bilancia commerciale favorevole”-sottolinea Chiorazzo-“ e che oggi non è più tale a causa della mancanza di una prospettiva strategica in grado di valorizzare settori diversi rispetto a quelli da cui a tutt’oggi dipende l’economia lucana”.
“In una regione come la Basilicata nella quale le multinazionali generano quasi il 40% del valore aggiunto, a fronte di una media del Sud Italia del 20%”-concludono i due esponenti di Basilicata Casa Comune-“è fondamentale mettere le imprese di settori produttivi diversi dall’automotive e dalle attività estrattive al centro delle politiche regionali attraverso investimenti in grado di garantire alle stesse maggiore innovazione e produttività, i soli elementi in grado di consentire al tessuto produttivo locale di vincere la sfida della competitività nell’attuale dimensione globale dell’economia”.