POTENZA – Avrebbero imposto la pressione della mafia lungo una vasta area del litorale ionico-lucano e per questo col blitz “Mare Nostro” sono stati effettuati all’alba di oggi 21 arresti nelle provincie di Taranto e Matera.
Sono stati circa 200 gli uomini impegnati nell’operazione interforze coordinata dalla Dda di Potenza. Colpito il clan Scarcia-Scarci.
Nell’operazione impegnato personale del Dipartimento di PS, della Squadra Mobile della Questura di Taranto, dei Carabinieri del Ros, della Compagnia di Policoro (MATERA) e della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Taranto e della Compagnia di Policoro.
Nelle indagini coinvolte persone indiziate sia di appartenenza ad una associazione di stampo mafioso operante sul litorale a cavallo tra le due regioni, che di ulteriori, molteplici reati, che vanno dall’estorsione all’illecita concorrenza, dalla detenzione al porto illegale di esplosivi e di armi.
Nel corso delle attività di perquisizione a carico degli indagati sono stati sequestrati munizionamento, preziosi, somme di danaro contante per circa 220 mila euro, buoni fruttiferi per 40mila euro.
Dalle indagini è emerso che proprio nel settore della pesca professionale la confederazione mafiosa avrebbe imposto la cosiddetta “signoria” nello specchio di mare interessato, attraverso un vero e proprio controllo e condizionamento delle attività professionali della pesca con un uso strumentale della capacità intimidatoria e con condotte – esplicite o implicite – di violenza o minaccia, idonee ad incidere sui meccanismi di una concorrenza libera e lecitamente attuata, garantendosi un monopolio sulle attività marinare.
L’associazione mafiosa, secondo la ricostruzione degli inquirenti da verificare in sede giurisdizionale, imponeva a tutti gli imprenditori del settore una tangente da pagare (la cosiddetta “parte”) per poter pescare nello specchio di mare antistante a Metaponto di Bernalda e d a nova Siri, prospettando possibili conseguenze per chi non avesse rispettato le imposizioni, impedendo alle cosiddette paranze di autodeterminarsi nell’esercizio della propria attività imprenditoriale/professionale.
Tra gli indagati, come ha confermato il Procuratore Francesco Curcio, ci sarebbe anche il Sindaco di Scanzano Jonico ed ex consigliere regionale della Lega, Pasquale Cariello, che il 15 agosto scorso avrebbe turbato l’esercizio della “Processione della Madonna del Mare con le barche” avendo fatto una sorta di “inchino” con la statua dinanzi allo stabilimento balneare riconducibile al clan.
L’ELENCO DEI SOGGETTI DESTINATARI DEL FERMO PER INDIZIATO DI DELITTO DEL P.M.
1. FLORIO Mario (Cl. 1960)
2. GAGLIANDRO Francesco (Cl. 1987)
3. GAGLIANDRO Giuseppe (Cl.1960)
4. NGJELA Xhoni (Cl. 19)
5. PASSARELLI Giuseppe (Cl. 1973)
6. SCARCI Andrea (Cl. 1954)
7 . SCARCI Giuseppe (C.l 1955)
8 . SCARCI Luciano (Cl. 1985)
9. SCARCI Pietro (C.l 1978)
10. SCARCIA Adriano (Cl. 1962)
1. SCARCIA Daniele (Cl. 1973)
12. SCARCIA Emanuele (Cl. 1987)
13. SCARCIA Giuseppina (C.l 1989)
14. SCARCIA Salvatore (Cl. 1967)
15. BOCCIA Egidio (Cl. 1981)
16. GIORDANO Antonio (Cl. 1984)
17. COTUGNO Saverio (Cl. 1973)
18. MULLAJ Alessio (Cl. 20)
19. ALBANO Pietro (Cl. 1991)
20. LOFRANO Matteo (Cl. 1986)
21. DINISI Pasquale (Cl. 1983)
IL VIDEO DELL’OPERAZIONE