Giovedì 19 settembre 2024 – All’esito di una complessa attività investigativa in materia di reati fiscali, coordinata dalla Procura Distrettuale di Potenza e condotta dai Finanzieri del locale Comando Provinciale, è stata data esecuzione a un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale alla sede, su richiesta di questo Ufficio, con cui sono stati disposti il sequestro preventivo di disponibilità economiche e finanziarie per un ammontare di oltre 15,5 milioni di euro e misure cautelari personali interdittive (divieto di esercitate uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese) nei confronti di 20 imprenditori operanti nelle Province di Potenza, Foggia e Bailetta-Andria-Travi.
L’operazione, trae origine dalla individuazione, in territorio lucano, di tre società, che pur risultando totalmente prive di personale, mezzi e qualsivoglia capacità imprenditoriale c, negli anni d’imposta dal 2019 aì 2022, hanno emesso fatture per operazioni inesistenti per circa 52 milioni di euro, riferibili a prestazioni di servizi (trasporti e facchinaggio) e a cessioni di beni prevalentemente prodotti da forno) che, ferma restando la presunzione d’innocenza, sulla base degli indizi raccolti, risultavano mai effettuati, a beneficio di 18 aziende, tutte operanti nei territori del nord della Puglia (province di Foggia e Barletta- Andria-Trani) nel settore della produzione e commercio, al dettaglio e all’ingrosso, di prodotti di panificazione, pasticceria e generi alimentari.
Le attività d’indagine hanno così permesso, in questa fase del procdìmento, l’acquisizione di convergenti evidenze indiziarie che hanno portato alla compiuta ricostruzione di un quadro probatorio ritenuto grave, prima da questo Ufficio e poi dal Giudice delle indagini preliminari, con riguardo a una ingente frode all’I.V.A. e alle imposte sui redditi realizzata mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Importanti e rilevanti le anomalie riscontrate nel corso delle investigazioni, atteso che le società emittenti, gestite da soggetti ritenuti dagli inquirenti meri prestanomi, oltre ad aver disatteso puntualmente e sistematicamente tutti gli obblighi derivanti dalla vigente normativa tributaria ( in primis istituzione, tenuta e conservazione della contabilità, presentazione delle dichiarazioni ai fini dell’IVA e delle II.DD., versamento delle imposte dovute), addirittura non avevano neanche la titolarità di conti correnti, obbligatori per l’esercizio dell’attività d’impresa. Di contro, le imprese che hanno ricevuto i documenti fittizi, hanno giustificato i relativi pagamenti con imprecisate compensazioni, facendo anche ricorso allo strumento del “baratto”.
Le fatture oggetto di contestazione hanno permesso un complessivo e indebito risparmio d’imposta, tra IVA e IRES, di oltre 15,5 milioni di euro, corrispondente a quanto oggetto di sequestro preventivo.
Di rilievo è la misura afflittiva della interdizione dall’esercizio di uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, adottata dal GIP nei confronti degli indagati, a cui sono stati contestati, a vario titolo, i reati di cui agli artt. 2 Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti), 5 (omessa dichiarazione), 8 {Emissione di fatture per operazioni inesistenti), (occultamento e distruzione di documenti contabili),(omesso versamento di Iva).
In parallelo, è stata contestata anche alle società interessata la violazione concernente la responsabilità dell’Ente conseguente ai reati commessi nel suo interesse o a suo vantaggio da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione.
Contestualmente alla notifica delle misure cautelari personali interdittive, si è proceduto alla contestuale apprensione di beni immobili, autoveicoli anche di lusso — fia cui Ferrari, Range Rover, Mercedes, Alfa Romeo – rapporti finanziari nella disponibilità dei destinatari in esecuzione del provvedimento di sequestro per equivalente.
Nel precisare che il procedimento penale versa attualmente nella fase delle indagini preliminari, con la conseguenza che per tutti gli indagati vige il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva di condanna, si indicano, di seguito, i soggetti nei cui confronti sono state eseguite le misure interdittive :
Domenico Lamaina, di Tito, già amministratore unico e socio di maggioranza della Dova S.r.l.s. di Potenza;
Pompilio Fusco, di Tito, già amministratore unico e socio di maggioranza della D & F SERVIZI S.r.l.s. di Tito;
Adrian Pasoiu, cittadino romeno, già residente a Tito, già amministratore unico e socio di maggioranza della DUKE & DUKE S.r.1.s. di Tito;
Michela De Matteo, di San Seveso, amministratrice unica della DE MATTEO S.r.l. di San Seveso QG);
Ilario Pierluigi Petrella, di San Seveso , amministratore unico della FRATELLI PETRELLA S.r.l. di San Seveso QG);
Giovanni Frisoli, di San Giovanni Rotondo, amministratore unico della FRISOLI GROUP S.r.1. di Manfredonia;
Fernando $tefania, di San Giovanni Rotondo, amministratore unico della GLOBAL PANE S.n.c. di Cagnano Vaiano;
Francesco Maria De Matteo, di San Seveso (FG), amministratore unico della LE BUONE FARINE S.r.l. di San Seveso (FG);
Michele Ciro Petrella, di San Seveso (FG), amministratore unico della PANIFICI LE DELIZIE S.r.l.s. di Apricena e della FORNO DELLE DELIZIE S.r.l. di San Seveso;
Doriana Borgia, di Manfredonia, amministratrice unica della D.M. ANTICHI SAPORI S.R.L. di Manfredonia;
Francesco Degioia, di Cerignola (FG), amministratore unico della D. M DISTRIBUZIONE S.r.l. di Cerignola;
Giovanni Casanova di San Giovanni Rotondo, amministratore unico della LE NOSTRE TERRE S.r.l.s. di Canosa di Puglia;
Matteo Ognissanti di Manfredonia, amministratore unico della OGNISSANTI ELEVATORI S.r.l. di Manfredonia;
Stefano Tullio Conte, di San Severo, amministratore unico della BILLIONS S.r.l. di San Severo;
Giovanni Nobile , di Manfredonia, amministratore unico della COMMERCIALE BIRILLO S.r.l.s. di Manfredonia;
Rossella Trimigno, di Manfredonia, amministratrice unica della MAXI FOOD GIOVANNI PIO S.r.l.s. di Manfredonia;
Claudio Guerra, di Manfredonia, amministratore unico della PIANETA FOOD S.r.l.s. di Manfredonia;
Angela Maria Di Bari, di San Giovanni Rotondo, amministratrice unica della G.A. DOLCIARIA S.r.l. di Manfredonia;
Ennio Fania, di San Severo, amministratore unico della della IL VECCHIO MULINO S.r.l.s. di Apricena.
Il rilievo anche economico dei provvedimenti sopra indicati, conferma l’importanza della scelta — privilegiata dalla Procura della Repubblica di Potenza – in piena sintonia con la GdF — di puntare ad una efficace azione di contrasto patrimoniale ai fenomeni di frode fiscale attraverso lo strumento del sequestro per equivalente dei proventi dell’evasione. In uno con i suddetti provvedimenti interdittivi e di sequestro è stato anche notificato agli indagati avviso di conclusione indagini.