Venerdì 6 settembre 2024 – Cassa integrazione record, stabilimenti fermi e produzione al minimo storico, assenza di nuovi modelli e di politiche industriali concrete.
Questa è la fotografia drammatica della condizione dei lavoratori e degli stabilimenti di Stellantis in Italia che viene denunciata con un documento dalla Uilm.
Una situazione preoccupante, frutto di strategie fallimentari da parte dell’azienda e di un mancato intervento sostanziale da parte del Governo.
È arrivato il momento di mettere da parte polemiche sterili e personalismi. Siamo ancora in tempo per bloccare un disastro occupazionale e industriale senza precedenti.
La filiera dell’automotive in Italia
La filiera dell’automotive in Italia è costituita da oltre 5 mila imprese e occupa 272 mila lavoratori tra diretti e indiretti, rappresenta il 5,6% del Pil nazionale con un fatturato annuo di oltre 100 miliardi di euro.
Numeri importanti di un settore che rappresenta la spina dorsale dell’industria nazionale e un’eccellenza del made in Italy, riconosciuta in tutto il mondo, che dovrebbero far intervenire urgentemente le istituzioni.
Negli ultimi incontri del 5 e 7 agosto al MIMIT non abbiamo ricevuto risposte concrete ma, al contrario, abbiamo registrato una forte e preoccupante distanza tra Governo e Stellantis, con rischi disastrosi sotto ogni punto di vista.
C’è bisogno di chiarezza
Vogliamo chiarezza sul futuro degli stabilimenti e del progetto della Gigafactory a Termoli; vogliamo discutere nel merito di sviluppo, di nuovi modelli che vadano al più presto in produzione, di strumenti strutturali che consentano di aumentare la produzione di veicoli in Italia che oggi è al minimo storico.
Ci aspettiamo che si inizi a lavorare, ognuno per la sua parte, per la difesa e il rilancio dell’intero settore automotive, sia di Stellantis che della filiera della componentistica. Non è una questione di più produttori in Italia ma di salvaguardare l’attuale occupazione e di rendere più forte il settore. Vogliamo discutere di come gestire gli effetti occupazionali e industriali di una transizione all’elettrico che sta già rivoluzionando l’auto in Italia e nel mondo. Per questo ci aspettiamo che venga fatta definitivamente chiarezza anche a livello europeo sulle reali intenzioni delle istituzioni dell’Ue sulla scadenza del 2035 per evitare le forti contraddizioni che registriamo quotidianamente e che già stanno avendo conseguenze gravi.
Abbiamo bisogno di politiche industriali concrete
Le risorse messe in campo per gli incentivi e quelle previste per i prossimi anni non saranno sufficienti perché prima di parlare di risorse abbiamo bisogno di politiche industriali concrete e strutturali per utilizzarle nel modo migliore.
I prossimi mesi saranno decisivi e – conclude il documento della Uilm – ci aspettiamo da tutti la massima responsabilità perché stiamo parlando di un settore fondamentale per il nostro Paese che interessa centinaia di migliaia di lavoratori e famiglie. Per questo chiediamo l’intervento urgente e diretto alla presidente del consiglio Meloni prima che sia troppo tardi. Senza risposte sarà mobilitazione generale.