Martedì 13 agosto 2024 – Con una lettera aperta ai presidenti della Giunta Regionale e del Consiglio Regionale, Vito >Bardi e Marcello Pittella, il segretario regionale dei <radicali Lucani, Maurizio Bolognetti ripropone il problema non ancora risolto in Basilicata della nomina del Garante dei Detenuti.
“Con questa mia – scrive Bolognetti – non intendo certo toccare le corde del sentimento, ma di certo quelle della Costituzione, dello Stato di diritto e dei diritti umani. Lo faccio nella consapevolezza, ahimè, che da troppo tempo su una serie di questioni, non solo attinenti la giustizia e le patrie galere, il nostro è, sul piano tecnico-giuridico, uno Stato criminale incapace di rispettare la sua propria legalità.
So bene che incombe il Ferragosto e che l’intero Consiglio è disperso sulle spiagge italiane e non, ma so anche che da ben quattordici anni in Basilicata non viene istituita la figura del Garante dei detenuti, che io più appropriatamente definirei Garante della “Comunità penitenziaria”. Quattordici anni sono una vita e lo sono a maggior ragione per coloro che nelle nostre infami galere sono ristretti o ci lavorano (penso in particolare al corpo degli Agenti di Polizia Penitenziaria).
Quattordici anni, Presidente Bardi; quattordici anni, Presidente Pittella. Una vita, una eternità. Se nel 2010 il Consiglio e la Giunta mi avessero ascoltato, la Basilicata sarebbe stata in materia una Regione pilota. Ahimè, oggi siamo invece l’unica regione italiana in cui il Garante non è stato nominato (Vedere sito del Ministero della Giustizia).
In un Paese come il nostro, spesso perso alle ragioni del diritto e dei diritti e in cui la Costituzione scritta è stata sostituita dalla Costituzione materiale, tutto questo potrebbe apparire normale, routine. Ma io, Presidente Bardi, Presidente Pittella, a questa routine non voglio e non posso rassegnarmi.
Mentre tutti noi siamo in spiaggia o in montagna, in compagnia di familiari e amici, nelle nostre carceri, che farebbero vergognare Beccaria e Mario Pagano, si crepa non solo di caldo, ma si susseguono suicidi e c’è un sovraffollamento da mattatoio. E quando dico mattatoio, Presidenti, lo dico da persona che ritiene che ogni essere vivente dovrebbe essere trattato con dignità.
Le nostre carceri sono da troppo tempo luoghi di tortura, ma senza torturatori, perché ad essere torturati da uno Stato assente e inadempiente sono i detenuti, gli Agenti di Polizia Penitenziaria e tutti coloro che nel carcere ci lavorano e hanno a cuore la Costituzione.
Oltre dieci anni fa, in sede di inaugurazione dell’Anno Giudiziario ricordai ai convenuti le parole forti, belle, intense pronunciate da un servitore dello Stato, direttore di un carcere e sindacalista, il dr. Enrico Sbriglia: “Siamo stati, in verità, ricacciati negli angoli più bui di uno Stato che non sembra in grado di mantenere fede agli impegni e alle promesse solenni celebrate nelle sue leggi”.
So, ne sono certo, voglio credere, che questi temi incontrano la vostra sensibilità di rappresentanti delle massime Istituzioni regionali, di uomini e di politici. So anche che forse stiamo per sanare una inaccettabile ferita inferta allo Stato di diritto in questi lunghi anni di attesa.
Ho deciso, per parte mia, di accompagnare la vostra azione, con un digiuno nonviolento (solo acqua) a partire dal 3 agosto; così come ho deciso di passare allo sciopero della sete a partire dalle ore 23.59 del 18 agosto.
Quello che vi chiedo – e non è un ricatto nella misura in cui parliamo di un diritto e di diritti – è di fissare ora, subito, la data di un Consiglio regionale straordinario con un unico punto all’Ordine del Giorno: la nomina del Garante dei detenuti.
Volere è potere ed è talmente vero che nell’agosto del 2018 il Consiglio fu reiteratamente convocato, anche di notte, a ridosso del Ferragosto per cambiare la legge elettorale.
Spero, ma lo spero di cuore, che questa mia trovi ascolto e una vostra risposta positiva. Occorre far presto, occorre far subito e davvero non possiamo aspettare un minuto di più di fronte all’incendio che divampa. Lo dobbiamo – conclude Bolognetti – ai detenuti, alla Costituzione, al corpo di Polizia penitenziaria e a direttori come il dr. Sbriglia”.
Foto di copertina: Bolognetti con Marco Pannella