Lunedì 12 agosto 2024 – “Il riconoscimento da parte del Dipartimento Agricoltura, con l’assessore Cicala, dello stato di calamità naturale per i territori della provincia di Matera e del Metapontino, colpiti da una violenta grandinata lo scorso 2 luglio, raccoglie la nostra sollecitazione e pertanto è un provvedimento importante”.
Lo afferma Giuseppe Stasi presidente Cia-Agricoltori Matera esprimendo un giudizio positivo sull’attivazione di un bando con dotazione di circa 2 milioni di euro e con una intensità di aiuto pari al 100 per cento della spesa sostenuta.
“Lo scorso anno – aggiunge – è stato uno degli anni peggiori per ciò che attiene agli eventi climatici estremi, anche in Basilicata. E i primi sette mesi di quest’anno non lo sono da meno, sino alla più recente tromba d’aria del 4 agosto che si è abbattuta su Bernalda ed aree limitrofe. Dobbiamo fare i conti con frequenti eventi calamitosi.
Cia-Agricoltori Italiani, per questo, torna a ribadire le proprie preoccupazioni per le criticità che riguardano il Fondo Agricat, uno strumento per la gestione dei rischi in agricoltura inserito dall’Italia nella nuova PAC.
Le risorse economiche del Fondo derivano in parte dai fondi comunitari e in parte dal prelievo del 3% dell’importo dell’aiuto diretto (PAC) che viene riscosso dagli imprenditori beneficiari.
Cia rileva come si tratti di un prelievo che rappresenta un ulteriore aggravio finanziario in capo alle aziende, peraltro nell’ambito di un sistema piuttosto farraginoso e complicato la cui efficienza effettiva resta ancora tutta da valutare.
“Bisogna modificare il decreto legislativo 102/2004, istituire un nuovo e più corposo fondo nazionale per i danni da calamità naturali, prevedere un più ampio e agevolato accesso alla copertura assicurativa per le imprese agricole danneggiate da eventi estremi”, aggiunge Stasi.
“Inoltre, occorre semplificare le procedure burocratiche per permettere, ad aziende e lavoratori, di usufruire nell’immediato degli aiuti previsti.
È drammatico quanto sta succedendo negli ultimi anni, ma le istituzioni, al di là delle parole, fanno come se nulla fosse cambiato.
La nostra proposta è di costituire un fondo assicurativo per tutelare le aziende agricole dagli eventi naturali e dalle crisi di mercato, in parte coperto dalla fiscalità generale e in parte dai fondi del CSR.
Non possiamo più permetterci che i sacrifici di una vita vengano annientati dalle calamità. I cambiamenti climatici in atto devono spingerci a una approfondita e seria riflessione, che non si limiti al momento dell’emergenza, ma sia utile a predisporre misure strutturali in grado di salvaguardare il patrimonio agricolo”.