Venerdì 5 luglio 2024 – L’Osservatorio Astronomico di Castelgrande è una delle strutture scientifiche più importanti della Basilicata.
La visita guidata tenuta sabato 29 giugno dall’astronomo Sergei Schmalz (che vive e lavora da anni nel paese lucano) alla presenza di visitatori, amministratori e appassionati provenienti da più parti della regione, ha consentito di illustrare lo straordinario potenziale di questa struttura che, guardandola da fuori, pare una navicella spaziale atterrata in una parte ove il tempo sembra essersi fermato. Un sito che sembra quasi non volersi far notare e raggiungere, se non fosse per una strada diroccata di collegamento priva di cartelli informativi e direzionali. Eppure siamo alla presenza di un giacimento dalle potenzialità enormi.
Da tutti riconosciuto come un sito di notevole importanza, non solo per gli studi di settore ma anche e soprattutto per la presenza al suo interno del telescopio più grande del mezzogiorno, secondo solo a quello di Asiago, l’Osservatorio è da anni dimenticato a se stesso.
Come ha affermato lo stesso Schmalz durante l’incontro, non sembra esserci la giusta attenzione da parte delle istituzioni, non solo politiche ma anche da quelle scientifiche e universitarie.
In particolare, lo stesso Osservatorio di Capodimonte (INAF – Istituto Nazionale Astrofisica) che ha realizzato il telescopio di cui trattasi, dovrebbe intervenire per il ripristino delle strumentazioni o quanto meno interessarsi dello stato delle stesse.
Eppure, proprio il sito di Castelgrande, è il centro più grande del mezzogiorno che, una volta riqualificato e rilanciato, potrebbe essere un’occasione fantastica per lo sviluppo dei territori (non solo quello di appartenenza).
“Ancora oggi nel Centro sarebbe utilissimo indagare due filoni – dice Sergei Schmalz -: quello relativo all’osservazione degli asteroidi potenzialmente pericolosi che incrociano l’orbita della Terra e l’altro, riguardante lo studio delle onde gravitazionali, una branca dell’astrofisica, che aiuta a studiare il legame tra le onde gravitazionali e le onde elettromagnetiche”.
L’ Osservatorio potrebbe diventare dunque una sede importantissima per l’Astronomia non solo italiana ma internazionale, un’occasione per attrarre in loco studiosi da tutto il mondo ma anche per contribuire alla formazione di giovani astronomi e astrofisici lucani. Qui potrebbero tenersi conferenze internazionali sullo spazio e sulle nuove tecnologie aereospaziali, in poche parole, il sito potrebbe diventare un punto strategico di eccellenza nel settore oltre a costituire una leva trainante dell’offerta turistica regionale.
“Per questo motivo, Appennino Smart (un progetto che vuole mettere a sistema innovazione sociale e imprenditoriale partendo dalla simbiosi uomo-ambiente) organizzerà altre iniziative ed eventi per far conoscere l’Osservatorio e – precisa Enzo Fierro – sensibilizzare gli Enti del territorio rispetto alla urgente necessità di salvare questo importante sito dal pericoloso e lento degrado ma, soprattutto, dall’indifferenza nella cui scia è piombato”.