Da alcuni anni a questa parte il mondo del vino è cambiato molto, gli appassionati sono sicuramente aumentati, il consumatore è più esigente ed il dibattito sulle nuove tecniche di vinificazione è sempre più frequente e coinvolge semplici appassionati ed esperti del settore.
Si parla di vino industriale, artigianale, biologico, biodinamico e vino naturale, e molte manifestazioni in giro per l’Italia sono nate negli ultimi anni offrendo la possibilità di scoprire e conoscere sempre nuovi vini e produttori naif. Ma se, invece, ci trovassimo a dover leggere le etichette per scegliere la bottiglia da portare a tavola, ci accorgeremmo che, frequentemente, non chiariscono i dubbi di chi volesse provare a districarsi tra le sfumature più o meno marcate che definiscono ognuna delle categorie citate.
Spesso accade che i produttori attribuiscano in maniera troppo semplicistica al proprio vino la definizione “naturale”, “biologico” o “biodinamico”, in maniera fin troppo disinvolta, disorientando ulteriormente il consumatore finale.
Proviamo così a fare un pochino di chiarezza. Con il termine vino “naturale” si fa riferimento ad una certa categoria di vini che, oltre all’adozione delle tecniche dell’agricoltura biologica, non presentano nessuna sostanza addizionata al mosto tranne anidride solforosa (nei limiti massimi: Vini rossi: ≤ 30 mg/litro–Vini bianchi: ≤ 40 mg/litro). Quindi la nozione di “naturalità” è frutto dell’autodisciplina da parte dei diretti interessati (pigiare le uve a mano, vendemmiare a cavallo ecc. ecc).
Quindi un vino detto ‘naturale’ o biologico non va confuso con un vino biodinamico, infatti l’agricoltura biodinamica è tutta un’altra cosa; si tratta di una cultura agricola innovativa è universalmente riconosciuta attraverso il marchio Demeter (1927), quando alcuni agricoltori che coltivavano la loro terra seguendo i principi della biodinamica decisero di tutelare i loro prodotti dedicando alle loro produzioni il marchio Demetra, dea della fertilità e della terra. Oggi il marchio applicato su tutti i prodotti ottenuti da coltivazioni biodinamiche e quindi solo i prodotti veramente biodinamici possono fregiarsi di questo bollino, ed il rispetto dello stesso è affidato al controllo annuale da parte personale incaricato dalla Demeter, che effettuano una o più visite l’anno nelle aziende dove vengono prelevati campioni di prodotto, di parti di pianta o di terreno per verificare l’uso di mezzi tecnici conformi ai protocolli previsti.
Le aziende certificate Demeter, infatti, sono anche biologiche e tutte le aziende biodinamiche europee sono anche soggette al controllo per la conformità al Reg. CE 834/2007 per l’agricoltura biologica.
Essendo gli standards Demeter più restrittivi e specifici rispetto al Regolamento CE per il biologico, ogni azienda ha un doppio controllo e una doppia certificazione: quella per il biologico e quella Demeter. I prodotti biodinamici hanno quindi una sicurezza in più per il consumatore.
In conclusione bevete bene, diffidate dalle mode ma soprattutto Prosit e Serenità.