“Seguiamo con attenzione l’evolversi della situazione e, in caso di bisogno, la Basilicata è pronta a fare la propria parte per il trasferimento e l’accoglienza della popolazione del quartiere Bagnoli, municipalità 10 del Comune di Napoli”.
È quanto dichiara il dirigente della Protezione civile della Regione Basilicata, Giovanni Di Bello, commentando la scossa di magnitudo 3,6 registrata ieri a Napoli e Campi Flegrei.
“Il modello di intervento del Piano di protezione civile per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei – spiega Di Bello – prevede l’individuazione di livelli di allerta prestabiliti correlati alla variazione delle condizioni dell’attività vulcanica. Livelli che sono contraddistinti da codici colore (verde, giallo, arancione e rosso) cui corrispondono diverse fasi operative. E il passaggio da un livello di allerta a quello successivo è stabilito da parametri scientifici monitorati costantemente dall’Osservatorio vesuviano dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Sulla base dei dati di monitoraggio e delle valutazioni della commissione nazionale grandi rischi, il Dipartimento nazionale di Protezione civile, ad oggi, ha ritenuto di mantenere per Campi Flegrei il livello di allerta giallo, cui corrisponde la fase operativa di attenzione. La pianificazione nazionale di protezione civile – aggiunge Di Bello – ha definito nell’area più prossima alla ‘caldera’ del vulcano, una zona rossa, più esposta al grave pericolo di invasione di flussi piroclastici, in cui risiedono circa 500 mila abitanti; e una zona gialla, comunque esposta alla significativa ricaduta di ceneri vulcaniche, in cui risiedono oltre 800 mila abitanti.
Per la zona rossa, la strategia di intervento prevede, in caso di allerta, l’allontanamento cautelativo della popolazione al di fuori della Campania, secondo il principio di solidarietà e di sussidiarietà e uno schema di gemellaggi con le altre regioni. La Basilicata, unitamente alla Calabria, è gemellata con il quartiere Bagnoli, municipalità 10 del comune di Napoli, che ha circa 23.000 residenti dei quali la metà è destinato a essere ospitato nella nostra regione.
In casi allerta rossa e quindi di dichiarazione, con Decreto del Presidente del Consigli dei Ministri, dello stato di emergenza nazionale, tutta la popolazione deve abbandonare la zona e può scegliere di farlo in modo autonomo o assistito. Il tempo complessivo stimato per questa operazione è di 72 ore. Chi sceglie di spostarsi autonomamente, con il proprio mezzo di trasporto, seguendo percorsi stradali stabiliti nel Piano di allontanamento, potrà recarsi direttamente nell’area di accoglienza della regione gemellata, ovvero verso la sistemazione alternativa individuata autonomamente. Lo spostamento assistito, invece, prevede il trasferimento delle persone dalle ‘Aree di incontro’, individuate fuori dalla zona rossa, verso i ‘Punti di prima accoglienza’, nelle Regioni e Province autonome gemellate, con modalità diverse (pullman, treni o navi) a seconda delle destinazioni.
Per la popolazione di Bagnoli destinata alla Basilicata l’area di incontro è nel comune di Napoli, in Piazza Garibaldi e da qui verrà trasferita, tramite treno, alla stazione di Tito, non lontana dall’area di prima accoglienza.
Il piano ha individuato, infatti, quale area di prima accoglienza il centro cecilia di Tito scalo, che presenta caratteristiche logistiche ottimali per accogliere nelle prime ore e identificare la popolazione in arrivo alla stazione di Tito, proveniente dalla stazione di Napoli centrale.
La scelta dell’area di prima accoglienza – continua il dirigente lucano della Protezione civile – è il risultato di vari fattori predisponenti, quali la posizione geografica e la sua accessibilità (vicino alla città capoluogo di regione e all’ospedale San Carlo), la capacità ricettiva e la disponibilità del campo sportivo e altre aree comprensoriali per l’allestimento di tendopoli e per l’ammassamento dei soccorritori e delle risorse.
Per gli abitanti del Comune di Bagnoli che, in caso di emergenza, sceglieranno di raggiungere la Basilicata con proprio mezzo, è stata individuata un’area apposita nel comune di Potenza in grado accogliere temporaneamente 5000 autovetture dalla quale sarà organizzato un servizio navetta per l’area di prima accoglienza.
Per la prima accoglienza di un massimo di 11.500 persone, in via cautelativa si prevede di attivare sia aree di accoglienza coperte, in tutte le palestre di Potenza, dove è possibile ospitare oltre 4000 persone, e sia aree di accoglienza scoperte per circa 5500 persone in tende e roulotte, oltre ad alberghi convenzionati nelle immediate vicinanze di Tito per quasi 2000 persone, con priorità per le categorie fragili”.
Alloggi per la popolazione evacuata
Per la permanenza a lungo termine della quota di popolazione assegnata alla Basilicata sono state prese in considerazione strutture fisse anche di diversa tipologia, quali hotel, villaggi turistici, abitazioni inutilizzate, strutture alloggiative religiose e militari.
Per la capacità ricettiva, nel Piano è stato riportato il censimento di tutte le strutture esistenti sul territorio lucano, distinte in categorie alberghiere ed extralberghiere.
Per la omogenea distribuzione sul territorio regionale della popolazione evacuata, tenendo conto del censimento delle strutture ricettive, il Piano prevede la suddivisione della regione in 7 contesti con l’individuazione di un comune capofila cui viene assegnato il compito di supporto e di raccordo con il centro di prima accoglienza ai fini della ricognizione operativa dei posti letto disponibili.
La permanenza dovrà favorire la possibilità per la popolazione di condurre una vita più vicina alla normalità e dovrà garantire la fruibilità dei servizi al cittadino.
Per la continuità sanitaria e scolastica, il Piano prevede l’iscrizione in appositi registri delle aziende sanitarie lucane e la distribuzione della popolazione scolastica, suddivisa per plessi scolastici e per grado di scuola frequentata.
Inoltre, per poter assicurare la continuità amministrativa, la regione dovrà attivare procedure di concertazione con le organizzazioni sindacali e datoriali e promuovere protocolli di intesa con ordini professionali e camere di commercio”.
Gruppo di lavoro per il monitoraggio delle attività
Il Piano ha necessità di essere aggiornato per consentire la migliore operatività e capacità di risposta o in ragione di mutate esigenze connesse al trasferimento e all’accoglienza della popolazione evacuata.
A tal fine, il Piano stesso prevede la costituzione e l’attivazione di diversi gruppi di lavoro, coordinati dalla Regione e dalle Prefetture di Potenza e Matera, ai quali partecipano rappresentanti qualificati degli enti preposti e delle forze dell’ordine.