Martedì 7 maggio 2024 – Barriere architettoniche. Quante volte abbiamo letto, sentito che bisogna superarle. Leggi, contro leggi, provvedimenti. Ma ancora oggi accade che le persone con diabilità debbano fare i conti con queste barriere che dubitiamo siano soltanto architettoniche. Probabimente è una questione anche o soprattutto culturale.
Ma veniamo alla cronaca. A segnalarci la brutta esperienza di un gruppo di ragazzi con sindrome di Down di Potenza è Roberta Maula, una delle responsabili della sezione potentina dell’associazione.
“Questa è l’Italia dei capaci e meritevoli.
Con un gruppo di ragazzi con disabilità – racconta – siamo andati a Trento per i festival della montagna.
Per il rientro abbiamo prenotato il Frecciarossa ma sorpresa….
Il gradino per salire sul treno è alto quasi un metro…. Il capotreno fischia la partenza, altri viaggiatori aiutano noi e passeggeri anziani a salire in un momento concitatissimo.
Riusciamo a salire e facciamo presente al capotreno della difficoltà: se i ragazzi fossero stati soli non sarebbero potuti partire.
La risposta dell’azienda?
Sono stati già programmati i lavori per alzare le banchine, fate reclamo….
E nel frattempo? –si chiede Roberta Maulà – Le persone con disabilità possono tranquillamente restare a casa tanto secondo “i meritevoli” queste persone rallentano i più capaci, in questo caso gli scalatori“.
Fin qui la lettera di Roberta Maulà che non merita commenti sempre che chi di dovere questa sua denuncia la recepisca e s’impegni (abiamo qualche dubbio) ad evitare che episodi del genere non si ripetano.
Il dubbio ci sorge dalla risposta che è stata data dopo quanto accaduto: “fate reclamo“. A chi? Ad un’azienda che, giorno si e giorno no, pubblicizza il suo impegno per rendere più fruibili i servizi che propone?
Come sempre accade in questi casi, trovare il responsabile diventa difficile.
Dovremmo chiamare in causa chi ha programmato i lavori per alzare le banchine che non sono stati ancora fatti, almeno nella stazione di Trento?
Immaginiamo la risposta: progetto, direttore dei lavori, chi più ne ha ne metta.
Intanto salire sul Frecciarossa per persone con disabilità – persone che meriterebbero ancor più rispetto – in alcui casi è un’impresa.
Ci fermiamo qui in attesa di avere una risposta da parte dell’azienda. Una risposta che non sia quella che il capotreno ha dato ai malcapitati viaggiatori in partenza da Trento: fate reclamo. Siamo nel 2024.
LA RISPOSTA DI TRENITALIA
Abbiamo segnalato quanto accaduto a Trenitalia. Ci ha risposto Francesco Gucci, addetto stampa per la Basilicata di Ferrovie dello Stato.
“In merito all’articolo che hai scritto su ufficio stampa Basilicata, porgiamo le nostre scuse ai ragazzi e ai loro accompagnatori per quanto accaduto.
Ricordiamo che a Trento così come a Potenza e in altre stazioni in Italia, è attivo il servizio di sala blu – totalmente gratuito – per l’assistenza alle persone a ridotta mobilità dalla stazione di partenza fino a quella di destinazione“.
A Gucci abbiamo anche chiesto di intervenire su chi di competeza per far comprende ai capi treno che in presenza di persone con disabilità bisogna consentire a tutti di salire e scendere dai treni nel tempo necessario anche se questo comporta prolungare di qualche minuto la sosta.