Si può avere fede. O si può essere Fede. O nell’uno e nell’altro.
Eppure tutti noi, con contorni molto sfumati, conosciamo molto bene il senso di questa parola. Quando siamo animati per qualcosa o per qualcuno ecco che appare la fede. Pronta a scomparire con l’abbandono del nostro interesse verso l’oggetto o la persona verso cui aneliamo.
Come fosse un prodotto di consumo l’acquistiamo, la consumiamo e la digeriamo. Con molta tranquillità e senza sussulti integralisti. Ci si mostra fedeli a Dio, al Partito, alla Bandiera. Ad un bene di consumo, al denaro, alla rete. E sempre con molta convenienza e opportunità. Fedeli a giorni alterni e in base a come gira il vento. Non una novità per il popolo italiano interamente fascista e antifascista nell’arco di 24 ore.
Pronto, come sempre, a scrollarsi di dosso l’aver detto, l’aver pensato, l’aver ideato.
Manca, a tutti noi, il senso di una linea di condotta, personale, verso la quale assumersi le proprie responsabilità, e nella quale crederci sempre, anche quando le cose vanno male.
Ricordo con piacere una canzone di qualche anno fa. Ad un certo punto così diceva: “…fedeli alla linea…anche quando non c’è…”
E penso, in tutta sincerità, che riassuma a meraviglia il senso di questo discorso.