Uno stato dell’anima trasversale. Che accomuna tutti.
Donne e Uomini. Ricchi e poveri. Belli e brutti. Bianchi e neri.
Per alcuni dura pochi secondi, per altri, addirittura, tutta la vita. Qualcuno, invece, dice di non averla mai provata. Nemmeno il giorno in cui per la prima volta ha sentito vibrare il cuore.
E’ la felicità. Uno stato sensoriale capace di far scomparire il pensiero. E il tempo.
In un suo celebre saggio Nietzsche invidiava la pecora. L’animale dell’istante, lo chiamava. Lo invidiava poiché incapace di avere memoria e di avere un progetto. Dunque, secondo il filosofo tedesco, felice perché senza tempo.
Solo un eterno presente privo di ansie per il futuro e di ricordi malinconici verso il passato, permette uno stato di felicità? Difficile rispondere con certezza anche se, succede a tutti noi, appena interviene il tempo e la capacità tutta umana di misurarlo, la felicità scompare.
Ci si ingegna allora per trovare una soluzione cancellando il tempo e fingersi smemorati, ma non aiuta. Comportarsi da animali nemmeno.