Domenica 31 marzo 2024 – In occasione della Pasqua, mons. Salvatore Ligorio, Amministratore Apostolico di Potenza-Muro Lucano- Marsiconuovo, rivolge un messaggio ai candidati alle prossime elezioni regionali.
“Carissimi,
anche la Pasqua di quest’anno è offuscata dalle immagini di guerra che ci accompagnano ormai ogni giorno e lasciano inquieti tutti gli uomini di buona volontà. Le parole del Papa sono inascoltate mentre il sangue scorre, con vittime innocenti, specie tra i bambini, anche nella terra calpestata da Gesù. Nella festa della Resurrezione, che è festa della vita perché Gesù e risorto veramente non possiamo dimenticare tutte le atrocità del mondo.
La Resurrezione, infatti, non è un mito consolatorio ma un fatto concreto testimoniato con la vita da uomini in carne ed ossa che hanno visto e toccato il Risorto e sono andati per il mondo ad annunciarne la buona novella che porta la salvezza.
E la salvezza annunciata riguarda l’uomo nella sua completezza non solo l’anima, che tocca e riguarda non solo l’a1 di là ma anche la storia di ogni giorno, di ciascuno di noi; a questo si riferisce Paolo quando scrive “se Cristo non%sse nsorto nana SOTtbbe la noSlY0fede”(1 Cor, 15,17).
E quindi, in questo augurio che rivolgo a tutti, nell’u1tima Pasqua che celebro insieme a voi come pastore di questa Diocesi, non posso non ricordare a me e a voi che la Resurrezione di Gesù ha anche un suo risvolto umano e sociale, perché come dice San Giovanni “chi non ama il fratello che vede non puà amare Dio che non cede” (1 lv 4,21) E amare il fratello significa anche operare per la sua promozione umana.
Siamo alla vigilia di una importante scadenza elettorale che interpella tutti e sento di dover rivolgere un caldo invito a non disertare la partecipazione alle urne e allo stesso tempo a pretendere dai candidati risposte concrete, veritiere, credibili e fattibili ai bisogni della gente.
Il Sud non vive la sua stagione migliore come continuano a dire tutte le indagini sociologiche: si spopola sempre più e la Basilicata e tra le regioni più vecchie. Ogni anno duemila ragazzi sotto i 35 anni lasciano la Basilicata di cui ben mille laureati.
In dieci anni abbiamo letto sui giornali – 23 mila giovani in meno. Una persona su cinque riferisce la Caritas – versa in povertà e il 25% dei pazienti lucani affetti da patologie oncologiche sceglie di curarsi fuori regione. In dato allarmante che emerge dal rapporto della “Svimez”, in collaborazionc con “Save the chidrcn” sul divario sanitario tra nord e sud del paese.
È una situazione di fatto che coinvolge la classe dirigente nel suo complesso, di ieri e di oggi• perchè esito di politiche che vengono da molto lontano.
Rivolgo un forte appello alla responsabilità dci candidati a mettersi al servizio de1 bene comune e della dignità delle persone che incontrano, evitando proclami sterili, promesse irrealizzabili destinati ad aumentare la sfiducia degli elettori.
Ho avuto modo di osservare, in alcuni incontri nelle settimane passate, che finora le forze politiche hanno parlato solo di schieramenti.
Invece alla Basilicata servono progetti a lunga scaclenza, serve un orizzonte per il futuro, all’interno di una ipotesi di sviluppo del Mczzogiorno e ne1l’Italia intera, come da sempre sollecitano i vescovi italiani.
L’appello è soprattutto al senso di responsabilità dei candidati, a superare la logica del favore personale ed individuale, per estirparc una volta per tutte la malapianta del clientelismo e della raccomandazione, che accontenta i singoli e spegne il senso di comunità. Chiedo fermamente clie si dia spazio al merlto e alle capacità dci nostri ragazzi.
Non ci sarà alcun futuro per questa terra se non si prende di petto il problema dei giovani; se non si sarà fermata la vera e propria emorragia da cui la Basilicata e afflitta. Serve una occupaxione buona, tutelata, stabile, soprattutto nei settori innovativi capaci di dare risposta alla larga platea di disoccupati intellettuali.
Un appello lo rivolgo anche ai ragazzi perchc siano protagonisti, soprattutto in occasione di “Potenza città dei giovani”. Fatevi sentire! Per pretendere di essere ascoltati, alzate la voce! Gridate il vostro diritto a non esserc obbligati ad emigrare!
Nell’incontro di qualche mese fa con i sindacati ebbi modo di descrivere il sentimento di tutti i lucani, con le parole di Isaia: “Sentinella, quanto resta della notte.°i s2.1,12).
Concludo il mio augurio pasquale con l’auspicio dei Padri conciliari, contenuto nella Gaudium et spes: “Legittimamente si può pensare che il futuro sia riposto nelle mani di coloro che sono capaci di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza” (n.3 1).
È la sfida del credente piantata nella Resurrezione“.
Foto di copertina: mons. Ligorio con i lavoratori Ex Rmi ed Ex Tis