Domenica 17 marzo 2024 – Era atteso il giudizio del segretario nazionale di Azione, Carlo Calenda, sulla situazione di stallo che si registra nel centrosinistra di Basilicata nella scelta del candidato presidente per le prossime elezioni regionali.
E Calenda, incontrando i giornalisti, non ha avuto peli sulla lingua. La sua dichiarazione.
In attesa che Donato Pessolano, segretario regionale di Azione, e Marcello Pittella decidano che scelta fare, in casa Pd si cerca di uscire da questo pantano politico nel quale i partiti del centrosinistra si trovano.
Dopo la rinunzia di Lacerenza; nelle ultime ore si torna a parlare di possibile candidato presidente alle prossime elezioni regionali di Piero Marrese, attuale presidente della Provincia di Matera e Sindaco di Montalbano Ionico sul nome del quale convergerebbero Pd, Movimento Cinque Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Socialisti.
Il condizionale è d’obblico perchè ancora non è stato ufficializzato e, per come sono andate le cose in questi giorni,… di doman non cè certezza.
Intanto Angelo Chiorazzo giornata di ieri ha confermato la sua volonta di andare avanti nel suo impegno politico.
“Ci siamo candidati a guidare la Basilicata per cercare di portare un vento di rinnovamento, per dare seguito alla richiesta di cambiamento che veniva dai territori, dalle tante donne e uomini che con entusiasmo si sono riavvicinati alla politica, nell’area di centrosinistra, e che si sentivano privi di un riferimento.
Persone che coltivavano, insieme, il desiderio di dare una mano, e di far voltare pagina alla Basilicata, immersa negli ultimi 5 anni nella peggiore giunta che abbia mai visto.
Le vicende degli ultimi giorni sono sotto gli occhi di tutti.
Fino a due settimane fa, – prosegue – ci siamo sempre disinteressati delle dinamiche interne ai partiti. Con grande piacere avevamo registrato la convergenza del PD lucano, e di larga parte di militanti, simpatizzanti, parti significative di classe dirigente degli altri partiti e movimenti del centrosinistra, del Movimento 5 stelle, dei Verdi e di Italia viva, nonché di rappresentanti autorevoli della società civile.
Fin dal 16 dicembre avevo inoltre dato la disponibilità a svolgere le primarie come metodo democratico per la scelta del candidato Presidente.
Ho avuto poi la possibilità di dialogare con i leader nazionali dei due principali partiti del centrosinistra. Come sa chiunque abbia seguito le cronache non esattamente esaltanti di questi giorni, siamo stati praticamente in assemblea permanente per più di una settimana.
A me sono stati portati attestati di stima ma anche l’indicazione che il mio nome non consentiva l’unità del centrosinistra. Io non ho ancora ben capito le ragioni del veto personale, soprattutto perché accompagnate a una richiesta di restare in campo. Allo stesso tempo ho ritenuto che il tema dell’unità del centrosinistra avesse un valore maggiore rispetto al mio destino personale.
Per questo, mi sono detto disponibile a fare un passo di lato per individuare una figura che fosse più unificante, e che potesse trovare il consenso di tutti, ovviamente anche il nostro. Ho così ritenuto di dare il mio consenso alla figura del dottor Lacerenza, professionista di grande valore, anche se non proveniva da una mia indicazione diretta, nella convinzione di poter dare il mio contributo a questa unità.
È avvenuto però un fatto che, onestamente, ci ha sorpreso nella sua portata: già nei primi minuti dopo la notizia della candidatura di Lacerenza, siamo stati letteralmente travolti da una rivolta che mi permetto di definire di popolo.
Donne e uomini che avevano creduto in un processo di cambiamento profondo hanno invece visto nella nostra scelta la riedizione di quanto avvenuto 5 anni fa. Peraltro, senza conseguire nessuna unità reale del centrosinistra.
Sono state ore di riflessione, anche di tormento. È chiaro che ognuno ha sbagliato qualcosa. Tra questi, anche io.
Qualche ora fa Domenico Lacerenza ha preso atto della contestazione e della condizione di estrema difficoltà elettorale determinatesi immediatamente alla ufficializzazione dell’intesa sul suo nome e ha fatto un passo indietro. È una scelta non scontata, di cui apprezzo l’onestà intellettuale. Segnala ancora una volta lo stile dell’uomo, che va nuovamente sottolineato, a maggior ragione dopo ciò che ha dovuto affrontare negli ultimi tre giorni.
Adesso, però, non c’è davvero più tempo da perdere. E non possiamo fare finta di niente. Anzi, c’è da ripartire da quel moto popolare che denota rabbia verso la politica e allo stesso tempo un profondo desiderio di cambiamento. Non ha prevalso l’indifferenza e, considerando come sono andate le cose, è un mezzo miracolo.
Per seminare occorre voltare pagina. Per questo, abbiamo deciso, insieme a Basilicata Casa Comune, di candidarci a rappresentare questo moto di popolo. Assieme a noi ci saranno altre liste civiche e chi vorrà sposare questo progetto.
Chiediamo a tutte e tutti quelli che ci hanno sostenuto, e in questi giorni richiamato a gran voce, di starci accanto fino in fondo, di fare con noi la campagna elettorale.
Non importa – precisa – se hanno in tasca la tessera di una associazione, di un partito o di un movimento: vogliamo rimettere in gioco tutta quella energia e quell’entusiasmo che aveva attraversato la Basilicata nei mesi scorsi e che in questi giorni aveva lasciato spazio alla frustrazione. Lo vogliamo fare nella composizione delle liste, nella campagna elettorale, nella volontà di far voltare pagina alla nostra amata regione.
Ci ha convinto chi ci ha detto: ora o mai più.
Noi ci siamo”.