Domenica 3 marzo 2024 – Immagini che rivelano l’essenza di un’epoca, quella dagli anni ’60 agli anni ’90, attraverso i volti dei più grandi miti dello star system internazionale.
Inaugurata ieri, sabato 2 marzo, a Potenza, nel Museo archeologico provinciale, la mostra “Italian Icons, scatti rubati al tempo”, che ripercorre l’attività di Ron Galella, il noto fotografo americano di origini lucane (il padre era nato a Muro Lucano), scomparso il 30 aprile 2022, all’età di 91 anni.
Con la forza del bianco e nero, l’esposizione ripercorre l’attività del “paparazzo,” conosciuto in tutto il mondo, che ha immortalato con l’obiettivo della sua Nikon tante celebrità internazionali, cercando di cogliere momenti della loro vita quotidiana, emozioni ed espressioni spontanee, andando al di là del personaggio.
Settanta scatti iconici, selezionati tra oltre 3 milioni di foto dell’archivio personale, che Ron Galella ha selezionato e donato, nel 2009, al Consiglio regionale della Basilicata.
Una “passerella” di immagini ad opera del fotografo preferito da Andy Warhol, che ritraggono leggende della musica, protagonisti della politica, icone del cinema e dello spettacolo di fama mondiale e che permette di fare un viaggio nella memoria di un’epoca. Stelle universali che rivivono nell’immaginario collettivo attraverso i ritratti di personaggi che hanno fatto la storia della fotografia, come gli scatti dedicati a Sophia Loren, Virna Lisi, Anna Magnani, Silvana Mangano, Jackie Kennedy Onassis, Roberto Benigni, Frank Sinatra, Francis Ford Coppola, Marlon Brando, Al Pacino, solo per citarne alcuni.
L’iniziativa, che segue l’esposizione allestita fino al 18 febbraio a Matera presso gli Ipogei di Palazzo Viceconte, è stata promossa dal Consiglio regionale della Basilicata con l’intento di valorizzare le opere ricevute in dono dal fotografo e per ricordare una figura che ha dato lustro alla sua terra di origine.
Il vernissage è stato introdotto dai saluti del presidente della Provincia di Potenza, Christian Giordano: “Da tempo, il nostro impegno è finalizzato a riempire di contenuti i luoghi della cultura della città di Potenza e della sua provincia.
Questa iniziativa rappresenta un valore aggiunto. L’aspetto significativo dell’attività di Ron Galella è che, attraverso i suoi scatti, riusciva a svelare il lato più autentico delle personalità che immortalava.
Un obiettivo a cui dovremmo puntare anche come Istituzione per riprodurre il lato più autentico delle nostre comunità, in modo da far conoscere meglio il valore di ciascun territorio”. Dal presidente della Provincia di Potenza anche una proposta: “Sarebbe interessante continuare a valorizzare questa eccellenza lucana, promuovendo nelle scuole un premio di fotografia in onore di Ron Galella”.
Il Sindaco di Muro Lucano, Giovanni Setaro, ha ricordato che il papà del noto fotografo era nato proprio a Muro Lucano: “Ron Galella rappresenta il meglio della Basilicata e di quei lucani che in qualsiasi parte del mondo riescono a far crescere un fiore con il loro contributo.
Non a caso, Ron Galella è stato definito il ‘re dei paparazzi’ perché ha fatto la storia della fotografia nel mondo e in ogni suo scatto c’è la conferma del suo talento. È un onore per me, e la comunità che rappresento, riconoscere ancora una volta la qualità artistica del nostro concittadino così famoso. Rivolgo un invito a visitare Muro Lucano dove è allestita anche la mostra permanente presso il Museo archeologico nazionale”.
Angelo Bianco Chiaromonte, Direttore Artistico della Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea, ha evidenziato come risultino attuali le opere in mostra: “Questa iniziativa rientra nell’ambito degli interessi della Fondazione. La fotografia ci accompagna da circa 180 anni ed è, ormai, entrata nella branca delle arti visive e il discorso culturale sulle immagini fotografiche ci offre spunti di riflessione sulla quotidianità.
Ron Galella è diventato famoso sia per la sua bravura nello sviluppo di un linguaggio, sia per la prossimità alle celebrità che ritraeva, immortalate nei loro atteggiamenti più spontanei. Attualmente la figura e il linguaggio del ‘paparazzo’ hanno subito un’evoluzione, oggi sono le stesse celebrità a mettersi in mostra sui social, tanto che si può parlare di city journalism: siamo tutti paparazzi, come sosteneva lo stesso Ron Galella. Le immagini “paparazzate” che vediamo riprodursi nel web, infatti, sono una rappresentazione di questa realtà che, a differenza degli storici scatti di Ron Galella, risultano lontani dalla spontaneità”.
Fiorella Fiore, storica e critica d’arte, ha ripercorso la carriera di Ron Galella, fin dagli esordi: “Il fenomeno del ‘paparazzismo’ in qualche modo è nato, e praticamente scomparso, durante l’arco della vita di Ron Galella. Quando, nel 1950, si arruola nell’esercito, dove c’era la possibilità di ottenere un lavoro come fotografo, la ‘Straight photography’, la fotografia diretta, senza aggiunte o fotomontaggi, aveva già iniziato ad affermarsi, evolvendosi poi anche nella fotografia di reportage.
Rientrato a New York, dove costruisce un piccolo studio nel Bronx, Galella comincia ad andare a Broadway, e scopre una nuova dimensione in cui sperimentare la fotografia diretta; osserva il mondo delle star e cerca di rubarne momenti e pose naturali, lontani dalle immagini idealizzate che gli studios diffondevano, inventando, così, un nuovo genere fotografico.
Oggi, nell’epoca in cui, come diceva Ron Galella, ‘siamo tutti paparazzi’, quel lato più umano e intimo viene mostrato attraverso i social. Sono cambiati i mezzi e lo stesso mestiere del paparazzo è praticamente scomparso, insieme anche a quella ‘naturalezza’ cercata tutta la vita da Galella.
Il nostro rapporto – ha concluso – con l’immagine è cambiato a favore di modelli esteticamente perfetti, ma finti, come attesta anche l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Questa mostra ci aiuta quindi a riflettere su molti aspetti del passato, ma anche del presente e del futuro”.
Margherita Gina Romaniello, presidente della Lucana Film Commission ha fatto una riflessione sul legame tra le varie arti: “Credo sia un binomio inscindibile quello del cinema e dei paparazzi. Il primo si è alimentato dei secondi, in un’epoca lontana dai social ed in cui erano le foto rubate a permettere di entrare, anche solo con uno scatto, nella vita privata delle dive e dei divi di Hollywood, come in quella di casa nostra.
Il termine ‘paparazzo’, in origine cognome di un personaggio della ‘Dolce vita’ di Fellini, è divenuto quasi onomatopeico per la categoria che rappresenta. E Ron Galella ne è stato un fulgido rappresentante. Odiato, amato e ricercato, come tutti i suoi colleghi, Ron Galella ci ha onorato, donando alla Basilicata i suoi scatti che hanno immortalato un’epoca d’oro e uno spaccato indimenticabile del cinema”.
Il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala ha evidenziato l’importanza della cultura e il talento del fotografo di origini lucane: “La mostra è un patrimonio che il Consiglio regionale ha voluto rendere disponibile ai lucani, nella consapevolezza che la cultura rappresenta un elemento fondamentale nel processo di modernizzazione della Basilicata.
Non è un allestimento solo per gli appassionati di fotografia, ma è un’occasione anche per chi vuole apprezzare il modo di costruire una narrazione del tempo che passa, rendendo eterno un attimo, immortalando visi, imprigionando emozioni, raccontando storie di vita”.
“È un orgoglio per me e per il Consiglio Regionale – ha spiegato il presidente Cicala – essere promotori dell’allestimento, se pensiamo alle sue origini lucane, omaggiate da Ron in ogni luogo e sempre con grande trasporto. Aspetto che ha contribuito al riconoscimento del premio ‘Lucani insigni’ nel 2010. Questa mostra è l’omaggio all’artista e al talento che ne ha contraddistinto il suo lavoro, ma anche all’uomo che, con la decisione di donare queste opere al Consiglio regionale, ha testimoniato il legame profondo con la propria terra di origine”.
La cultura come volano della crescita del territorio. “L’esposizione – ha aggiunto il presidente del Consiglio regionale – conferma anche l’impegno del Consiglio regionale nella promozione di eventi culturali che rappresenta un motore essenziale per lo sviluppo sociale ed economico della nostra regione.
È attraverso l’esplorazione e la valorizzazione delle diverse forme d’arte che possiamo costruire una comunità più consapevole, inclusiva e resiliente. Dobbiamo essere fieri delle nostre risorse, cercando di cogliere, attraverso le storie di ciascuno, i contributi di coloro che riescono a distinguersi. Abbiamo tante menti brillanti che con il loro impegno rendono grande la nostra regione. Vorrei concludere con un messaggio di speranza: Laddove c’è un lucano nel mondo, la Basilicata fiorisce. Ne sono pienamente consapevole e orgoglioso”.
L’evento è stato arricchito anche da un messaggio arrivato da lontano da parte di Ottavio Galella, lucano insigne nel 2012 e parente di Ron Galella, che vive e lavora a Montreal, sottolineando come “l’iniziativa onora un illustre artista lucano-americano che era fiero delle sue origini”.
L’Ensemble Orchestra 131 della Basilicata, con la direzione musicale del Maestro Pasquale Menchise, ha fatto da cornice al vernissage, eseguendo musiche da film per sottolineare il legame tra l’arta fotografica (Galella è noto in tutto il mondo per aver immortalato anche i divi della settima arte), il cinema e la musica.
Ad aprire la serata la colonna sonora Nuovo Cinema Paradiso per omaggiare, attraverso il film di Giuseppe Tornatore, il cinema italiano. Nel corso della serata sono state proposte altre colonne sonore: Il Padrino in onore del regista che ha raccontato l’America, Francis Ford Coppola che è di origini lucane, a seguire La Dolce Vita e ancora Amarcord per ricordare l’immortale autore di capolavori cinematografici Federico Fellini e, infine, La Vita è Bella per esaltare il talento di Roberto Benigni.
Nell’organico dell’Ensemble: Sofia Pace alla voce, Domenico Picciani al flauto, Luca Marino all’oboe, Luca Liberale al clarinetto, Massimo Rosa al primo violino, Elisa Castelletto al secondo violino, Giulio Piccolo alla viola, Alessandro Sannazzaro al violoncello, Italo Zaccagnino al contrabasso e al pianoforte il Maestro Pasquale Menchise, che ha curato gli arrangiamenti della formazione. “Il cinema – ha sottolineato il Maestro Menchise – non è un’arte monotematica, ma si contamina con altre arti. La musica attinge dal cinema e il cinema prende dalla musica”.
All’iniziativa hanno preso parte anche numerose autorità civili, militari e istituzionali. Tra i presenti anche Pino Quartullo, noto attore, doppiatore regista e sceneggiatore.
La cerimonia di inaugurazione è stata moderata dalla giornalista Nicoletta Altomonte, che ha curato anche la pubblicazione “Italian Icons – Scatti rubati al tempo’, edita dal Consiglio regionale della Basilicata.
L’esposizione è curata dalla Struttura di Coordinamento Informazione, Comunicazione ed Eventi del Consiglio regionale, diretta da Pierluigi Maulella, in collaborazione con la Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea di Matera.
La mostra sarà visitabile fino al 30 marzo nella Pinacoteca provinciale, in piazza Europa 8.