Lunedì, 12 febbraio 2024 – Si riapre il caso di Luca Ventre (foto di copertina), il 35enne di Senise che il giorno di Capodanno del 2021, dopo essere entrato nella sede dell’ambasciata italiana in Uruguay fu blocato da un poliziotto che gli strinse il collo per molti minuti. Portato in ospedale, Ventre morì poco dopo.
Indagato per omicidio preterintenzionale DOS SANTOS QUIZ RUBEN EDUARDO, ufficiale di polizia in servizio nell’ambasciata italiana.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, Anna Maria Gavoni, ha respinto la richiesta di archiviazione della Procura, facendo proprie le obiezioni del difensore di Ventre, l’avvocato Fabio Anselmo.
Il legale ha sostenuto che il procedimento è ammissibile penalmente in quanto i fatti si sono svolti nel cortile dell’ambasciata a Montevideo, dunque su suolo italiano.
La procura che, ripetiamo, aveva chiesto l’archiviazione, riteneva invece che non si potesse procedere perché il poliziotto indagato non era mai stato in italia.
Il Gip ha ritenuto invece che il Pubblico Ministero debba completare l’indagine con l’iscrizione nel registro degli indagati anche del vigilante De Miranda che compare nel video insieme al poliziotto, che avrebbe avuto, come sostenuto dal Gip, un ruolo determinante nell’immobilizzazione di Ventre.
Il Gp ha anche chiesto al Pubblico Ministero che si attivi per la rogatoria internazionale e disponga nuovi accertamenti sui tabulati telefonici dei telefoni in uso al personale de1l’Ambasciata italiana, dell’indagato e del De Miranda nelle ore in cui si sono svolti i fatti al fine di accertare la sussistenza di altri interlocutori con i soggetti che hanno preso parte all’evento.
La famiglia di Ventre ha sempre lamentato l’assenza delle istituzioni italiane sul caso per il quale si registra una mobiltazione popolare. in basilicata. A riguardo, a Senise si è costituito un comitato civico che chiede verità per Luca Ventre