Mercoledì 7 dicembre 2023 – Si è tenuto al MiMIT a Roma, il tavolo automotive tra le Organizzazioni Sindacali, il Gruppo Stellantis, Anfia e i presidenti e rappresentanti delle Regioni, in cui sono presenti impianti produttivi, alla presenza del Ministro Urso e della sottosegretaria Bergamotto.
In apertura il ministro Urso ha dichiarato come dal tavolo dell’automotive odierno, possa rappresentare un punto di svolta per il settore, è la prima volta che mettiamo insieme tutti gli attori della filiera dell’auto. In Italia – ha sottolineato il Ministro – più che in altri paesi europei c’è stata una riduzione della produzione di auto, per questo puntiamo a raggiungere l’obiettivo di 1 mln di veicoli prodotti in Italia, sottolineando però, come oggi la gran parte degli 8 miliardi stanziati (ne restano 6) di incentivi per l’acquisto di nuove auto, sono andati per la maggior parte ad auto prodotte all’estero, va trovato quindi un correttivo.
Il Ministro ha anche sottolineato la necessità di sostenere la transizione della significativa e importante filiera della componentistica dell’automotive, che come ha ricordato il presidente dell’Anfia Vavassori, vale oggi l’80% del valore dell’auto.
Urso ha poi ricordato come i Ministri dello Sviluppo Economico di Italia, Francia e Germania abbiano sottoscritto un accordo sulle tecnologie abilitanti a metà gennaio e che ci sarà un nuovo incontro a Parigi per definire le strategie per l’autonomia delle tecnologie green in Europa per il settore dell’auto.
Il Ministro ha anche annunciato 13 mld di euro su piano transizione industria 5.0 e 2 mld da destinare alla tecnologia green che in parte possono essere utilizzati insieme ai 27 mld del PNNR per la transizione green del settore.
Per quanto riguarda Stellantis, Mele responsabile area Emea del Gruppo, ha dichiarato come gli impegni di Stellantis in Italia sono tutti confermati, come pure l’obiettivo di raggiungere un milione di auto. Ha poi precisato come sia necessario agire sulle normative (euro 7), sostenere l’acquisto delle auto elettriche e sviluppare della rete di ricarica. Ha anche sottolineato la minaccia delle produzioni cinesi relativa ai costi, chiedendo di agire su energia, riduzione dei costi legati alla manodopera e incentivare la formazione professionale. Su Pomigliano ha detto che la “Panda” che verrà prodotta in Serbia non è in contrapposizione con quella attualmente prodotta nel sito campano.
Ferdinando Uliano, Segretario nazionale Fim Cisl
Uliano ha sottolineato l’importanza di aver finalmente convocato un tavolo di settore con il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera dell’auto. “Per affrontare le transizioni in atto nell’automotive è importante indirizzare in maniera precisa gli investimenti.
Certo – ha detto Uliano – siamo tutti d’accordo sugli obiettivi di aumento della produzione, ma sia ben chiaro che se parliamo di 1 milione di veicoli, la produzione deve aumentare di un terzo, se si tratta di un milione di auto questo significa oggi raddoppiare la produzione. Per quanto riguarda ciascun sito produttivo, la discussione dovrà riguardare, non tanto l’italianità dei brand Stellantis, quanto, quali e quanti nuovi modelli saranno prodotti nel nostro Paese.
Oggi il gruppo è una multinazionale che produce già in Italia marchi come Jeep, Dodge e in futuro anche DS e Opel, se su alcuni stabilimenti abbiamo delle missioni produttive certe come quello di Melfi, su altri siti c’è la necessità di fare un approfondimento e definire nuovi modelli e i tempi di partenza.
Per questo a nostro avviso, serve una discussione sulla saturazione degli stabilimenti, sui modelli che in futuro saranno prodotti e su come aumenteranno volumi e investimenti in R&S.
Per quanto riguarda i 6 miliardi rimasti (rispetto agli 8 mld che costituivano il fondo dell’auto), essi devono essere usati non solo per l’acquisto, ma per investire sull’offerta, sull’industria e sulla filiera della componentistica, che altrimenti rischierebbe di abbandonare l’Italia o di avere un forte ridimensionamento.
La discussione aperta dovrà proseguire con la convocazione di tavoli operativi e concreti per creare le condizioni di sviluppo e di crescita dei volumi produttivi e occupazionali, per i stabilimenti Stellantis in Italia e per il settore della componentistica”.
In conclusione il Ministero ha annunciato l’avvio di cinque tavoli di lavoro presidiati dal Ministero rispettivamente: uno sulle produzioni e in particolare su come utilizzare i 6 miliardi di risorse del fondo automotive; un secondo tavolo sulla componentistica, efficientamento produttivo, energia e logistica; un terzo su sviluppo e innovazione del settore; uno sulla componentistica e infine uno su occupazione e formazione. I tavoli verranno convocati già da questo mese.
Palombella-Ficco (Uilm)
“Con i nuovi lanci e includendo i veicoli commerciali l’obiettivo di un milione di vetture è alla portata, giacché già quest’anno la produzione complessiva di Stellantis dovrebbe attestarsi fra 700 e 800 mila veicoli. Ma noi chiediamo che si passi dalle dichiarazioni di principio ai fatti concreti, confrontandoci stabilimento per stabilimento a partire dal caso più urgente di Termoli. Speriamo che il passaggio alla operatività possa essere favorita dalla suddivisione dei lavori in cinque tavoli tecnici, dedicati rispettivamente a volumi e produzione, a competitività e efficientamento produttivo, a ricerca e innovazione, a supply chain e componentistica, a occupazione e formazione”.
Lo dichiarano Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, e Gianluca Ficco, Segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, al termine dell’incontro tenutosi presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
“Condividiamo l’approccio del Governo – proseguono Palombella e Ficco – alle politiche europee sulla transizione all’elettrico, caratterizzato da maggiore pragmatismo e minor furore ideologico. La Cina, che si badi è più avanti di noi sulle auto elettriche, sta adoperando il metodo di ‘tastare le pietre mentre si guada il fiume’, vale a dire di progredire gradualmente alla luce dei risultati conseguiti in concreto; in UE prevale invece l’illusione del progresso per decreto, che pensa di risolvere i problemi a suon di divieti e di obiettivi astratti.
La posizione del Governo italiano ha già aperto qualche breccia in sede europea, ad esempio sullo standard di motore euro 7, ma speriamo che risultati più rilevanti possano essere conseguiti nel prossimo futuro, ad iniziare dalla affermazione del principio di parità tecnologica che ci deve portare a misurare le ricadute inquinanti durante intero ciclo di vita dei prodotti e non solo nella fase di circolazione”.
“Quanto al rilancio della produzione nazionale, in sede sindacale – spiegano Palombella e Ficco – abbiamo già raggiunto l’obiettivo di definire una missione industriale per tutti gli stabilimenti italiani, da ultimo con i cinque modelli di Melfi, con la piattaforma Large di Cassino e con Il Green Campus a la Unità di economia circolare di Torino, ma speriamo che il tavolo ministeriale possa aiutarci a migliorare o comunque a chiarire alcuni aspetti importanti del piano industriale. In particolare il contributo del Governo può essere decisivo per garantire la piena tutela occupazionale per i lavoratori di Termoli coinvolti nella riconversione da fabbrica di motori in fabbrica di batterie, tanto più che si tratta di un progetto supportato con ingenti contributi pubblici.
Più in generale chiediamo di confrontarci stabilimento per stabilimento, compresi gli enti di ricerca e di amministrazione, per conseguire obiettivi concreti. L’obiettivo di 1 milione di veicoli prodotti in Italia a ben vedere è alla portata, specie se si includono i circa 250 mila veicoli commerciali leggeri prodotti ad Atessa e se si considera che la produzione complessiva di Stellantis già quest’anno dovrebbe essere in netta ripresa grazie ai nuovi lanci ed alla fine della crisi degli approvvigionamenti di microchip, attestandosi fra 700 e 800 mila. Certo occorreranno incentivi che rendano accessibili ai consumatori le autovetture elettriche, imposte dalle scelte politiche UE ma purtroppo molto più costose di quelle a benzina”.
“Per ammissione dello stesso Ministero, degli 8,3 miliardi assegnati al settore automotive dal precedente Governo – concludono Palombella e Ficco – ne restano circa 6 a disposizione; a questi si aggiungono molte altre risorse che indirettamente possono concorrere a supportare le trasformazioni industriali e che quindi possono andare anche ad industrie automotive.
Le risorse quindi ci sono, ma vanno spese presto e bene e noi chiediamo che vengano impiegate anche a supporto delle imprese dell’indotto che stanno attraversando una fase di profonda difficoltà, sotto i colpi della concorrenza internazionale e del passaggio all’elettrico. Occorre incentivare le riconversioni industriali e rafforzare le tutele dei lavoratori, in termini sia di ammortizzatori sociali sia di riqualificazione professionale”.
Assessore regionale alle Attiità Produttive Michele Casino
L’On. Michele Casino, assessore alle attività produttive della Regione Basilicata, ha partecipato a Palazzo Piacentini al tavolo con il ministro delle imprese e del made in Italy, l’ANFIA – Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica e i vertici di Stellantis sul futuro degli stabilimenti automotive in Italia.
“Ci avviamo verso una soluzione che potrà sicuramente ridare lustro e prospettiva alla produzione automobilistica in Italia.
Le garanzie sui volumi produttivi e lo sforzo del governo per accompagnare il processo di transizione ecologica, si stanno incontrando per giungere a un approdo finale che sicuramente potrà dare nuove garanzie anche da un punto di vista lavorativo.
Ho portato il caso della regione Basilicata, dove come giunta regionale abbiamo dotato l’indotto di tanti strumenti per superare un momento inedito di crisi, ma sul tema ho chiesto anche un sostegno deciso e un cambio di impostazione da parte di Stellantis, per difendere e valorizzare una catena del valore che è presente da decenni in Basilicata e che vale migliaia di posti di lavoro. Non solo Stellantis, dunque, ma bisogna difendere anche l’indotto”.